martedì 14 aprile 2009

Kemono no Sou Ja Erin - Episodio 13

L'episodio in pillole: John si reca in una valle di Touda selvaggi per fare scorta del Chiko, un fiore particolare col potere di curare gli organi interni dalle infezioni: un incidente permetterà di rinsaldare ulteriormente il suo rapporto con Erin e aprirà nuove prospettive ad entrambi;

Highlights: la comparsa di Ouju e le nuove possibili teorie su Soyon;

Giudizio: 8,5/10

Sono stato seriamente tentato di dare 6 a questo episodio, ma la magnificenza realizzativa unita ad alcune scelte registiche "da film" mi hanno "costretto" a mantenere il voto alto. Certo è che la situazione di Erin è drammaticamente al varco dopo l'arrivo di Ouju e gli indizi che portano a pensare che Soyon sia riuscita in qualche modo a salvarsi dall'esecuzione secondo i dettami del Rito sono tangibili e certamente non di difficile scoperta: la scena in cui Erin vede la madre volare in cielo seguita dall'arrivo in picchiata di Ouju mette il dubbio, le teorie di Erin sul fischio di Soyon identico a quello di Ouju e quindi possibile "richiamo" degli Aoulu non richiede certo particolare spirito critico per essere decifrata e la scena finale... beh, è qui da vedere. Se Soyon non è morta, Erin sta vivendo un'infanzia traumatizzata e vittima di un ricordo che non le si cancellerà più dalla memoria in vano, e la cosa non è esattamente positiva.

La puntata inizia di notte, dove tutti i nostri protagonisti sono radunati attorno al fuoco per la cena. Gustando la zuppa, i ragazzi vengono informati che l'indomani avranno una giornata "di riposo" poiché lui dovrà andare a raccogliere i Chiko, una particolare specie di fiori usata per la cura delle infezioni agli organi e che potrà vendere al mercato per un pezzo d'argento a fiore! Moku e fratello si attivano immediatamente per andare con John, il quale però li mette in guardia che questo fiore cresce esclusivamente nelle valli dove vivono i Touda selvaggi, e andare allo sbaraglio in una missione così impegnativa senza la giusta preparazione potrebbe essere rischioso: i nostri due ladruncoli si vedono già nelle fauci degli animali e rinunciano in breve alla spedizione ^^. Erin, per contro, trasale appena sente nominare la presenza dei dragoni e dichiara di voler andare assolutamente con John, per ogni evenienza: l'espressione spiritata del volto della piccola allarma l'apicultore, che cerca di rassicurarla sdrammatizzando con qualche battuta ma all'alba, mentre le rimbocca le coperte, si chiede che diavolo di relazione possa esserci fra una bambina così piccola e gli animali del Granduca.

Erin si sveglia quando il sole è già alto, scoprendo tramite un biglietto lasciato sul tavolo che John è partito e sarà di ritorno per sera: non riuscendo a mettersi l'anima in pace, la piccola si prepara alla meno peggio e parte per la valle, dopo aver chiesto lumi a Moku che sa con precisione dove si trovi il posto. Alla partenza della piccola, però, John è già sul posto e scova immediatamente un buon angolo pieno di cespugli a strapiombo sul fiume e soprattutto senza Touda nei paraggi dove si può calare con la corda ed iniziare la raccolta. Gli animali nelle vicinanze scappano dopo aver sentito l'odore delle bacche che ha portato con sé da spremere e spalmare sul corpo (^^) ed inizia la discesa: il primo Chiko sembra a portata di mano ma mancano ancora pochi centimetri per poterlo raccogliere e John si allunga sul fianco della fenditura nella roccia riuscendo a raccoglierlo proprio nel momento in cui l'appiglio del suo piede cede facendogli perdere l'equilibrio e la presa sulla corda, finendo per cadere rovinosamente. La sera, Erin raggiunge l'area e dopo poco individua la corda e lo zaino di John proprio sopra a dove la corda inizia a calare: dopo essersi sporta per vedere meglio, Erin trova il suo mentore svenuto e coperto di lividi su uno spuntone di roccia sottostante, privo di conoscenza. Dopo averlo chiamato a gran voce senza ottenere risposta, Erin inizia a calarsi ma cade vittima della roccia friabile che le fa perdere l'appiglio ma non la presa sulla corda, che mantiene nonostante sia scivolata per diversi metri con le mani probabilmente ustionate. Raggiunto John, Erin lo chiama scuotendolo a gran voce ed iniziando a piangere copiosamente poiché crede sia morto ma le urla contribuiscono a svegliarlo e farla rasserenare un po', nonostante il ginocchio dell'uomo sia in pessime condizioni, così come la schiena: il volo è stato tremendo.

John si scusa per aver fatto preoccupare la sua bambina ma Erin ora è felice di sapere che è vivo e - alla luce della situazione - sta anche discretamente bene ma la notte incombe ormai ed Erin srotola la coperta portata nel suo fagotto per trascorrere la notte assieme. Guardando le stelle assieme a John, Erin si ricorda delle notti al fianco di Soyon e si addormenta felice finché sente del movimento del fiume: sono i Touda, che hanno scoperto un nido di un qualche animale selvaggio vicino al fiume e - complice l'assenza del genitore - stanno andando a mangiarsi il cucciolo! La scena è vissuta da Erin come una recita in cui il piccolo cucciolo è Soyon e lei non può fare niente per salvarlo, ancora una volta. Le sue urla agli animali sono vane ma fanno svegliare John, che cerca di non farla assistere allo spettacolo che sta per consumarsi in basso ma Erin nonostante tutto vuole guardare: il primo Touda si avventa sul cucciolo quando dal cielo arriva in picchiata... Ouju! La mole dell'uccello è incredibile ma il portamento è davvero regale: dopo una piroetta nello stretto della roccia, l'animale lancia un urlo del tutto simile a quello dei fischietti dei soldati di Ake che paralizza per un attimo i Touda e gli permette di prenderne uno fra le zampe e squartarlo come se fosse pane appena sfornato, salvo poi planare ed azzannare gli altri senza pietà, per il bene di quello che si rivela essere... il suo cucciolo, quello del quale avevamo appreso l'esistenza lo scorso episodio da Damiya. Il fischio dell'animale agli occhi di Erin appare anche come un richiamo e qui la piccola inizia a pensare che forse il destino di Soyon quel giorno al lago potrebbe essere stato diverso da quello che lei ha sempre creduto... La mattina dopo i due fratelli riescono a trovarli grazie alla corda ed agli zaini ed aiutano entrambi a risalire e tornare a casa, tutti assieme.

Più ci penso e più, davvero, mi convinco che questo plot twist - o presunto tale - non ha ragione di esistere. Se Soyon è ancora viva, Erin sta vivendo un'infanzia di sofferenza per nulla; se Soyon è morta per davvero, farci vedere certe scene con certe frasi della voce narrante e certi pensieri della stessa Erin non è bello per lei che rischia di farsi un film mentale in cui un giorno ritroverà la madre e poi potrebbe non succedere. In entrambi i casi, Erin esce sconfitta. Vedremo come evolve la situazione, a questo punto ci vuole una retrospettiva su Nasun e sulle sue ricerche promesse agli anziani subito dopo la "morte" di Soyon. Mi è piaciuta invece l'entrata in scena della Bestia Sacra e la facilità disarmante con cui ha ridimensionato i Touda nella catena alimentare ^^: il rapporto di sacralità fra l'animale e la famiglia imperiale viene ribadito anche nel preambolo storico dell'apertura, ma continuo a non vedere sbocchi concreti per Erin a meno che il "kemono" del titolo sia lui, ma mi pare troppo anche per una protagonista così sveglia ed intraprendente. La cavalcata però ci sarà, me lo sento ^^

2 commenti:

Shiryu ha detto...

E ricordiamoci anche che quando Soyon venne "divorata", l'acqua non si tinse del rosso del sangue.
Errore o indizio?

Grande Mu ha detto...

Se fischiando sapeva di chiamare Ouju e potersi salvare, esigo di sapere chiaramente perché non abbia portato con sé anche Erin. E no, la storia del peccato capitale Aoulu non mi basta, questa povera bimba vede la morte ovunque!