mercoledì 1 aprile 2009

One Outs - Nobody wins but I! (recensione)

Premessa: questa serie ha la sua ambientazione nel mondo del baseball, ma il baseball in sé non è determinante per la comprensione e soprattutto per divertirsi durante la visione: sostituite mazza e guantone con qualcos'altro e il risultato sarà comunque lo stesso. Detto questo, passiamo ai paragoni importanti: "One Outs" non ha niente da invidiare a titoli del calibro di "Death Note" o "Code Geass", poiché sono tutte serie dove c'è un mastermind e una schiera di sottoposti pronti ad esaudire ogni sua richiesta e penzolare letteralmente dalla sue labbra. Toua, il protagonista, non ha nulla da invidiare a Light a livello di intelligenza e capacità di interpretare i pensieri del "nemico", sfruttandoli a proprio favore. In altre parole... dai creatori di "Akagi" e "Kaiji" non potevamo aspettarci niente di meno che una serie in cui il protagonista-dio della vicenda gioca con chi gli sta attorno come fossero marionette. Questo è lo spartiacque che separa la visione dal drop della serie: volete vedere come ci si prende gioco di tutti gli avversari esaltando la montagna del proprio ego annichilendo nemici e suscitando la devozione idilliaca dei propri compagni? Beh, allora questo è lo show che fa per voi!

Animale raro. Mi riferisco sia a Toua, il lanciatore protagonista della vicenda, che alla serie in sé. Il primo si trova a passare dai campetti di Okinawa dove ha guadagnato una fortuna col gioco d'azzardo e dove è il dominatore incontrastato del 1 VS 1 al baseball professionistico dove si dovrà suo malgrado interfacciare con avversari e compagni dei quali sa già essere troppo superiore. Agli occhi di chi non è proprio appassionato dello sport più amato negli U.S.A le idee di Toua per vincere le partite ed umiliare gli avversari possono sembrare di una complessità disarmante (anche ai suoi compagni di squadra, a dirla tutta ^^) ma in realtà gli sceneggiatori hanno solo preso degli scenari-limite del regolamento del baseball e l'hanno "romanzato" per farne una serie a puntate dove ogni settimana la sfida è sempre diversa ma oltremodo appassionante. Il risultato? La serie più divertente dell'autunno! E poi finalmente una serie in cui il protagonista che vince sempre non è il buono incarnazione della perfezione ma un grandissimo bastardo opportunista che gode nel vedere gli avversari cadere come mosche sotto i colpi della sua intelligenza tattica.

In missione solitaria. Se è vero che il divertimento deriva esclusivamente dal vedere il nostro battitore prendere per il naso ogni avversario facendogli fare le figure più barbine della storia, per la legge del contrappasso è anche vero che questo è il più grande limite della serie poiché gli altri personaggi che ruotano attorno al nostro dio-in-terra non sono niente più che pedine monodimensionali nelle sue mani: il Presidente della squadra (con il quale Toua ha un contratto particolare che nelle intenzioni originarie lo avrebbe dovuto sfavorire enormemente e che invece l'ha fatto diventare miliardario), l'allenatore e anche quei 3-4 compagni di squadra di cui si sa almeno il nome non sono niente di fronte a Toua, che sovrasta tutti dall'alto della montagna del suo ego. Il giusto equilibrio fra "suspence" sportiva e divertimento, unita alla marcata personalità del nostro lanciatore sono però la vera alchimia della serie, che non si preoccupa certo di non essere la serie più thought-provoking dell'anno ma che invece pensa a divertirsi e far divertire, cosa che le riesce dannatamente bene.

GIUDIZIO: 88/100

NARRAZIONE: 8/10

PERSONAGGI(O): 10/10

PRODUZIONE: 8,5/10

AMBIENTAZIONE: S.V (si gioca sempre...)

MOMENTO MIGLIORE: le facce dei gregari davanti alle spiegazione di Toua! ^^

MOMENTO PEGGIORE: sapere che probabilmente non ci sarà una seconda stagione...

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