giovedì 2 aprile 2009

RIDE BACK (recensione)

L'uscita del manga prima e dell'anime poi ha suscitato un po' in tutti gli appassionati sparsi nel mondo un po' di sgomento, vuoi per lo strano e variegato calderone di tematiche mischiate in un progetto azzardato, vuoi perché questi strani e spesso improbabili calderoni finiscono per diventare dei titoloni che segnano un'epoca. Paura di crederci, paura di assistere alla nascita di qualcosa che segnerà l'opinione pubblica per un bel po'... Riuscire ad amalgamare coerentemente moto modificate e vagamente futuristiche con eserciti invadenti, regimi militari totalitaristici e ragazzine con una grande forza di volontà è indubbiamente un calderone simile a quelli di cui sopra, ma mettendo da parte per alcuni momenti la (forzata) sospensione dell'incredulità che deve arrivare a salvare capra e cavoli in un paio d'occasioni in cui alcuni snodi narrativi sono stati introdotti forzosamente per non mandare tutto all'aria, non si può non affermare con assoluta certezza che questa serie, "RIDE BACK"... rulla ai massimi livelli!

Back to the future. Al di là delle moto armate, al di là dei militari e del regime totalitaristico del GGP, al di là dell'analisi politica vagamente acida sul rapporto fra le istituzioni giapponesi e quelle del resto del mondo, questo RIDE BACK" non è nulla più di uno studio approfondito della personalità e della vita della protagonista della vicenda: Ogata Rin. Certo, poi attorno a lei ruotano tutte le analisi geo-politico-militari che sono il succo della trama della serie ma vedere che in soli 12 episodi Mad House è riuscita a mostrare con geniale capacità narrativa e di sintesi la nascita, lo sviluppo e la conclusione di una vicenda tutt'altro che semplice, sospinta da azioni apparentemente innocue che - come una palla di neve caduta dalla cima della montagna - si trasformano in una slavina che si abbatte sula vita di tutti i protagonisti della vicenda, cambiandole radicalmente. Partendo come una serie quasi shoujo, muovendosi lentamente sul terreno dell'anime sportivo e solo poi lanciandosi a tutta velocità nelle tematiche politico-militari, "RIDE BACK" mostra orgogliosamente al suo pubblico tutta la capacità metamorfica di cui è padrone, e che con maestrale uso di regia e qualità realizzativa rende la visione della serie praticamente obbligatoria a tutti gli appassionati di quei prodotto fuori dagli schemi e dai generi, riuscendo addirittura ad arrivare ad un finale perfetto, coerente ed assolutamente in linea con l'altissima qualità media mostrata settimanalmente.

Caleidoscopio. La tradizione di Mad House sotto il profilo della qualità è da anni ai vertici e praticamente ogni produzione, a prescindere dal numero di episodi che andranno a comporre la serie, riesce a partire e mantenere con costanza lo stesso standard: anche in "RIDE BACK" la capacità di rendere visivamente accattivante un prodotto spicca clamorosamente sopra la media, con una regia sempre d'effetto e mai banale, pronta a sottolineare con primi piani dettagliati e "bullet time" centellinati i momenti salienti dell'evoluzione di Rin e del mondo, che pare proprio ruotare attorno a lei. Nonostante uno stile grafico innovativo per la casa, il risultato è veramente notevole ed azzeccato per una serie che si limita a strizzare l'occhio al futuro, rimanendo però saldamente ancorata ad una realtà incerta e dominata dalla volontà di pochi, al comando per un curioso scherzo del destino. A voler proprio essere pignoli, si dovrebbe dire che in alcuni rarissimi frangenti la CG non si amalgama proprio meravigliosamente con il resto dei disegni a video, ma sono momenti così rari e distanziati nel tempo che è davvero inutile evidenziarne l'esistenza. Da ultimo, ma certamente non in termini di importanza nella ricetta artistica Mad House... la scelta dei brani per la colonna sonora: a partire da una opening "ad hoc" realizzata su misura e di sicuro impatto sullo spettatore - che dopo un paio di episodi non può non fischiettare all'unisono con la cantante - fino ad arrivare a tutti i brani techno pronti ad "attaccare" al primo inseguimento/gara/sparatoria. Pump up the volume!

Final Ride. Come avrete capito dai termini moderatamente entusiasti di questo post, il giudizio complessivo deve essere molto alto, in relazione alla devastante media qualità/episodi che questo "RIDE BACK" raggiunge e propone. L'inizio è particolarmente straniante tanto che, pur avendo un'infarinatura di trama ricavata da qualche capitolo scannerizzato passatomi sottomano, non è assolutamente possibile prevedere la piega che andranno a prendere gli eventi. Gli snodi narrativi messi per salvare la trama ci sono, ma lo sviluppo della stessa fa coppia fissa con la meravigliosa evoluzione di Rin, andando a dare la spinta decisiva e più importante alla serie, che come un RIDE BACK in versione moto, accelera sulla linea del traguardo e lo taglia per primo, garantendo al suo pilota - in questo caso la serie - il gradino più alto del podio ed un posto nella Hall of Fame dei titoli di questo inizio di 2009.

GIUDIZIO: 93/100

NARRAZIONE: 9/10

PERSONAGGI: 10/10

PRODUZIONE: 9,5/10

AMBIENTAZIONE: 8,5/10

MOMENTO MIGLIORE: Rin VS GGP, no matter what!

MOMENTO PEGGIORE: l'inizio, con qualche tempo morto...

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