venerdì 24 luglio 2009

Tokyo Magnitude 8.0 - Episodio 3

L'episodio in pillole: aiutate dalle navi della Guardia Costiera, le persone rimaste ad Odaiba vengono fatte evacuare sulla terraferma per permettere loro di raggiungere le loro case ma le scosse di assestamento causeranno altri grossi danni;

Highlights: le paure segrete di Mirai;

Giudizio: 10/10

E avanti così. Altro capolavoro dopo "Higashi no Eden"? Rimaniamo in attesa, le potenzialità ci sono ma anche qualche rischio in più rispetto all'anime Production I.G. Al di là di confronti che lasciano il tempo che trovano, questa puntata conferma i sospetti sorti durante i primi due episodi: il disastro, quello vero, deve ancora arrivare. Mirai e Yuki sono separati da decine di chilometri da Sendagaya, il quartiere residenziale dove vivono e dove vorrebbero tornare al più presto per accertarsi delle condizioni di salute dei genitori. Ammesso che siano vivi. La cosa fantastica di questa serie è che mescola divinamente il dramma dei 3 protagonisti con quello collettivo e restituisce un'immagine d'insieme ampiamente realistica nonostante l'inseriemento in un contesto anime di nicchia che poco o nulla concede al realismo. Eppure questi due bambini in marcia con la loro nuova amica sono lì proprio a gridare "non siamo personaggi stereotipati!" e soprattutto Mirai ne è un perfetto esempio, con il suo carattere freddo e scazzato nonostante il dramma. Anche lei però alla fine dovrà arrendersi all'evidenza e ringraziare calorosamente la giovane donna incontrata per caso alla fiera.

Dopo la nottata sotto l'acqua, il primo giorno dopo il terremoto vede la città illuminata da un sole splendente ed un caldo devastante che rende difficile anche la sola respirazione: Mirai e Yuuki si accorgono della sparizione di Mari e iniziano a parlottare tra di loro sul come tornare a casa e su cosa sia successo ai loro genitori. Quando la discussione inizia a prendere pieghe forti arriva Mari a calmare i ragazzi con degli onigiri e delle bevande fresche appena recuperate da un konbini pronto a distribuire gratuitamente beni di prima necessità secondo le leggi vigenti. Quando il giorno inizia ad avanzare verso le sue ore più calde, la temperatura diventa torrida e l'umidità regna sovrana (come sempre durante l'estate a Tokyo, chi ci è stato lo sà benissimo ^^''): i ragazzi avrebbero voglia di incamminarsi verso casa ma la situazione ad Odaiba è ancora precaria ma Mari decide di aiutarli nell'impresa dato che anche lei dovrà percorrere la stessa strada ma prima che i nostri possano partire le navi della Guardia Costiera informano che fra poco inizierà un servizio di trasporto per tutti loro verso la terraferma: muovendosi verso il molo Hinode come da indicazioni della protezione civile, i nostri iniziano il loro viaggio verso casa.

Mari, Mirai e Yuuki non sono certo gli unici bloccati ad Odaiba... anzi: la fila di gente che si sta muovendo verso i moli sembra infinita e benché nessuno corra, spinga o urli la tensione nell'aria è abbastanza palpabile. Mirai, oltre ad essere sempre più scazzata e titubante nei confronti della donna che li sta aiutando dal giorno precedente è nervosa anche a causa delle ferite ai piedi causate dai sandali... che verranno "curate" da Mari e dai suoi cerotti. Abbozzando un "grazie", i nostri proseguono la marcia finché non trovano una giovane donna incinta con il passeggino bloccato fra i calcinacci della strada ed il figlio maggiore che piange a dirotto: ignorata da tutti, la donna verrà aiutata sempre dall'intrepida Mari che agli occhi del piccolo Yuuki è sempre più una brava persona mentre per Mirai è una rompiscatole impicciona. Nuovamente insieme, la donna suggerisce ai ragazzi di tenersi per mano ma Mirai ovviamente rifiuta ("non sono una bambinetta!" è ormai diventata la scusa per ogni cosa ^^) : peccato che una nuova scossa di terremoto faccia crollare il ponte dell'autostrada sotto al quale stavano per passare e che uccide molte persone più avanti di loro. Mirai è sconvolta ma viene recuperata al volo da Mari e Yuuki e assieme ai quali si dirige verso i moli, ormai presi d'assalto dalla folla: invitati a salire all'ultimo momento da un poliziotto, i 3 si imbarcano verso la terraferma ma mentre sono in acqua l'ennesima scossa dà il colpo di grazia al Rainbow Bridge che crolla inabissandosi nella baia ed alzando un'ondata che travolge le barche dietro a quella di Mari e bambini, che subiscono "solo" una forte oscillazione. Uno dei simboli della grande capitale giapponese sparisce per sempre, e con esso le paure di Mirai, che ora riesce finalmente a fidarsi della donna con loro.

Senza ombra di dubbio LA serie estiva: ottima gestione della trama e personaggi esaltanti: Mirai ed il suo graduale passaggio dalla tipica apatia adolescenziale verso il mondo inteso come... beh, come neanche loro sanno bene cosa è veramente ben strutturata. Niente climax forzati, niente scene ad effetto pensate apposta per sbloccare una situazione in stallo ma solo la paura dell'abbandona di una ragazzina che non ha il coraggio di ammettere i propri limiti: il realismo che si vive guardando questa serie ha veramente dell'incredibile, complimenti a BONES ed ai suoi ragazzi! Se rimangono alla larga dai loro soliti finali un po' troppo forzati (e 11 episodi sono dannatamente pochi se non hai le idee più che chiare in testa) e ci risparmiano le happy ending con i rispettivi familiari, questo "Tokyo Magnitude 8.0" può diventare uno dei 3 top-anime del 2009.

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