sabato 3 gennaio 2009

Shikabane Hime: Aka (recensione)

Innanzitutto, delle doverose scuse a tutti. Avevo promesso di rimettermi in pari con il blogging di questa bellissima serie ma per una serie di sfortunati eventi occorsi tra novembre e dicembre mi sono totalmente dimenticato di recuperare questi episodi e anche una volta rimessomi in pari con la visione, mi sono reso conto che la mole di lavoro giornaliero per l'aggiornamento delle altre serie unita ai miei quotidiani impegni lavorativi e privati non mi avrebbe mai permesso di rimettermi in pari con i commenti ai singoli episodi e così mi sono deciso a tagliare (purtroppo) la testa al toro e saltare a piè pari alla recensione. Prometto (stavolta sul serio!) che con "Shikabane Hime: Kuro" non sgarrerò di neanche mezza puntata. Conclusa questa necessaria premessa, veniamo a noi ed alla recensione vera e propria

L'ultima serie di una certa Gainax, studio di animazione che per il vostro Mu significa solo e soltanto (l'avreste mai detto? ^^) una cosa: "Neon Genesis Evangelion". "Shikabane Hime: Aka" non è e non vuole neanche avvicinarsi agli standard di Evangelion, né tantomeno - è bene precisarlo - a quel "Tengen Toppa Gurren Lagann" che molti credevano sarebbe stato il faro guida per la narrazione di questa serie: "Shikabane Hime: Aka" NON E' il Gurren, nonostante Keisei ed un certo personaggio del Gurren abbiano più di qualcosa in comune ^^. Benché entrambe le serie condividano la stessa cospicua dose di azione adrenalinica, qui andiamo ben oltre il sopracitato roboanime scarso e anche un po' brainless che strizza l'occhio al periodo da molti (girellari) considerato d'oro delle mecha-series e chiunque sia alla ricerca solo di quel tipo di azione e situazioni... beh, non deve certo cercarle qui.

Cocktail esplosivo. Il lungo lavoro gomito a gomito di Gainax, uno degli studi di animazioni migliori del Sol Levante, e Murata Masahiko (regista di "Gilgamesh", mica pizza e fichi) ci regala questa particolarissima serie in equilibrio fra molti momenti morti e quasi stucchevoli nella loro inconsistenza e inespressività da una parte, e scene action degne di "The Matrix" in cui l'espressività dei personaggi buca il "quarto muro" di brechtiana memoria. Il tutto in una Tokyo onirica e quasi evanescente, avvolta in un pesante manto horror. Ma restiamo sui personaggi, ed in particolare il protagonista maschile: Ouri, ovvero non esattamente il 14enne-tipo di questo genere di serie. Murata cerca di ingannarci, facendoci credere di essere di fronte al tipico ragazzino sfigato che poi diventa forte ed invincibile di ogni indegna trama shounen, ma ben presto anche il più novizio degli appassionati di animazione si renderà facilmente conto che "Shikabane Hime: Aka" agisce esattamente all'opposto facendoci ragionare e capire perché un ragazzo normale riesca ad arrivare ad avere i superpoteri, che non gli cascano certo dal cielo come negli esponenti di punta del genere (biondi ninja che imparano al volo tecniche proibite e/o impossibili da apprendere anyone? ^^). Tutto questo "Aka", infatti, serve a preparargli il terreno (eloquente in questo senso il finale) per quello che dovrà (presumibilmente) affrontare nel "Kuro". Makina, mi riservo di giudicarla al termine di tutta la vicenda.

Tutto qui il lavoro di Murata? Beh, è anche fin troppo ma siccome oltre a lui c'è tutta Gainax dietro, parlando di animazioni e comparto tecnico, non si può non sottolineare come ancora una volta ci si trovi in presenza di un altro capolavoro. Come da tradizione, poche ed isolate sequenze in CG circondate da grandissime sequenze animate senza aiuti esterni che contribuiscono alla vivacità ed al realismo delle espressioni di tutto il cast, che in certe sequenze ed inquadrature (merito del regista) toccano vette di rara bellezza, supportate da una colonna sonora "pump up the volume" che è seconda solo a quella di "Bounen no Xamdou" in questo 2008 appena concluso: non ci sono le sequenze "larga scala" del Gurren ma anche i combattimenti urbani e le evoluzioni stilistiche di Makina non sfigurano per niente nel paragone con la "concorrente" animata estiva.

In buona sostanza una serie che mi ha positivamente impressionato, soprattutto perché riesce ad essere narrativamente solida nonostante soffra della sindrome del miniboss a fine puntate e, ad un certo punto, si autodichiari preparazione per quello che sarà nella seconda stagione, ormai ai blocchi di partenza (o forse già partita, devo controllare il palinsesto televisivo). Ottimo comparto tecnico ed una storia affascinante in cui si avvicenda un cast solido e motivato contribuiscono all'affermazione delle avventure della principessa Makina come trama più interessante del 2008: viste le premesse, questo giudizio può solo migliorare con il "Kuro".

GIUDIZIO: 89/100

NARRAZIONE: 9/10

PERSONAGGI: 8,5/10

PRODUZIONE: 9/10

AMBIENTAZIONE: 8,5/10

MOMENTO MIGLIORE: 11° episodio: la consapevolezza di Keisei sulla propria fine ormai prossima e la maturità di Ouri nel proteggere Makina "no matter what"

MOMENTO PEGGIORE: i compagni di classe allupati di Ouri ^^''

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