venerdì 14 agosto 2009

Tokyo Magnitude 8.0 - Episodio 6

L'episodio in pillole: sulla via di casa Mari ascolta per radio che gli incendi a Sangenjaya si stanno diffondendo ed inizia a temere per l'incolumità della figlia e della madre alle quali comincia a pensare più che ai due bambini;

Highlights: i flashback di Mari;

Giudizio: 7/10

Purtroppo per noi, questa è la puntata più "brutta" della serie e visto quante aspettative abbia ogni settimana aspettando l'episodio successivo, il disappunto è ancora più grande. Intendiamoci, il "brutto" di questa serie è l'eccellenza alla quale nemmeno arrivano altre rivali ma proprio in virtù dello spessore (più di sostanza che di tecnica), il disappunto è proporzionalmente maggiore. Il realismo che la faceva da padrone finora si prende una pausa e fa si che l'anemia di Mari, più che mai giustificata dopo giorni sotto stress ed intenta a curare due bambini decisamente anomali, non abbia una gestione realistica bensì "anime" legata ad un miracoloso miglioramento dopo 5 minuti di riposo e un paio di pillole: OK i tempi ridotti, OK che è un anime però rimane una pecca a mio avviso evitabile. Se ci aggiungiamo la quasi totale assenza di continuità con i predecessori e un budget dedicato particolarmente basso (il crollo del palazzo è imbarazzante, la quantità di primi piani spudoratamente alta) questo episodio è sostanzialmente inutile ed evitabile senza troppi problemi.

La situazione sulla via di Senjangaya sembra peggiorare e Mari ascolta involontariamente alla radio che gli incendi attorno alla stazione del quartiere si stanno propagando alle abitazioni: inutile dire che il pensiero corre immediatamente alla madre ed alla figlia sperando che stiano bene. Mirai e Yuuki invitano la donna a lasciarli andare a casa da soli poiché le rallentano solo il passo ma Mari non ne vuole sapere e rimane con loro felice di poterli aiutare. Dopo aver oltrepassato un ponte decisamente pericolante, i 3 raggiungono l'edificio dove lavora Mari e lì la donna spera di poter utilizzare il telefono di rete fissa per poter chiamare casa ma scopre con grande rammarico che non è solo la linea mobile ad essere interrotta, ma anche quella fissa. Un'altra scossa di assestamento lacera la quiete mattutina e Mari, dovo aver preso a sé i ragazzi, cade a terra svenuta. Mirai e Yuuki si spaventano e tentano di rianimarla ma sentono aprire la porta e si nascondono credendo si tratti di qualcuno in giro a razziare... in realtà è Aya, una collega di lavoro di Mari che la riconosce e la aiuta a rianimarla.

Dopo averla sistemata sul divano, Mari sogna di tornare a casa e trovare figlia e madre circondate dalle fiamme... un sogno talmente reale che la risveglia facendo finalmente tirare un sospiro di sollievo ad Aya che cominciava a preoccuparsi seriamente. Mari sa che la colpa di tutto è dovuta all'anemia e tranquillizza la collega alla quale però chiede dove siano andati Yuuki e Mirai, che se ne sono usciti subito senza dire dove sarebbero andati. Mari cerca di alzarsi per andare a cercarli ma è ancora debole e Aya riesce a rimetterla ancora un po' a riposo anche se i ricordi le affiorano continuamente e le impediscono di riposare: contemplando le foto del marito e della piccola Hina, una seconda scossa fa tremare l'edificio e ferisce Mari che resta colpita da un pezzo di vetro della lampada al neon che la taglia alla fronte. La ragazza non vuole curarsi e decide di tornare alla ricerca dei ragazzi piuttosto che andare a casa ma solo perché vuole fidarsi delle capacità protettive di sua madre: dopo essersi messa a cercare i ragazzi per tutta la zona, Mari li trova intenti a portare un motorino che le possa permettere di tornare a Sanjengaya prima possibile ma la donna, abbracciandoli, spiega che lei vuole accompagnarli e lo farà felicemente finché le sarà possibile.

Al di là di un'anemia che passa in poche scene, il vero pregio della puntata è quello di mostrare un "lato B" di Mari che probabilmente nessuno si aspettava di vedere: la forte e determinata ragazza con la soluzione di tutto sempre a portata di mano lascia spazio ad una donna che ha subito come tutti il contraccolpo di un evento così drammatico che non può lasciarla indifferente al pensiero di come potrebbe trovare i propri cari una volta raggiunta la sua casa: sappiamo che il suo quartiere sta avendo grossi problemi con gli incendi ma di Hina-chan - la figlia di Mari - non si sa nulla. Se a tutto ciò aggiungiamo che gran parte dei momenti in cui Mari è svenuta vengono impiegati per mostrarci flashback di come lei ed il marito si conobbero ed innamorarono, capiamo immediatamente come l'intento dei ragazzi di BONES fosse quello di aprire uno spiraglio sul passato della donna: un'idea certamente non sbagliata ma male inserita nel contesto della storia.

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