sabato 19 settembre 2009

Tokyo Magnitude 8.0 (recensione)

A volte rimpiango di non essere più un appassionato "sbarbato" di animazione perché certe emozioni le perdi crescendo ed imparando a distinguere il bello dall'inutile e la magia di trovarti fra le mani un capolavoro inaspettato sfugge come sabbia fra le dita e si adagia sul litorale spazzato dal vento che viene dal mare: spero che ci sia ancora qualcuno fra di voi lettori che sia ancora alle prime armi in questo magico mondo, spero sinceramente che qualcuno abbia scoperto questo gioiello quasi per caso e l'abbia amato con tutto l'ardore che merita perché, davvero, siamo di fronte ad una serie destinata a rimanere per anni negli occhi e nei cuori degli appassionati. "Tokyo Magnitude 8.0" è un capolavoro imperdibile, uno di quei titoli che raramente appaiono sul palinsesto televisivo, ma quando lo fanno stabiliscono nuovi standard del genere a cui appartengono: mi dispiace non averne vissuto la magia figlia dell'insperato, ma aspettare, seguire e commentare serie come questa sono le gioie dell'aver aperto questo blog

Grande Terremoto del Kanto, cent'anni dopo. La storia di "Tokyo Magnitude" prende il largo da un'ipotesi che purtroppo per i giapponesi è una spada di Damocle con la quale convivono da anni: la quasi certezza di vivere un sisma di magnitudo 7.0+ che nonostante le rigidissime misure antisismiche con cui sono costruiti gli edifici nella capitale, causerà un ingente numero di danni e vittime. La prima parte della serie è un'analisi realistica di come una città preparata ed attrezzata come la capitale giapponese si troverebbe comunque di fronte a situazioni di caos e distruzione da una parte aggravata da scene di panico e psicosi collettiva dall'altra: in questa tragica situazione si sviluppa la storia di Mirai e Yuuki, due fratellini andati sull'isola artificiale di Odaiba per visitare un'esposizione di robotica avanzata e che si troveranno a dover tornare verso casa... dall'altra parte di Tokyo. L'incontro con un terzo personaggio, Mari, che li aiuterà a raggiungere il loro quartiere poiché anche lei deve tornare dalla figlia e dalla madre completa il quadro d'insieme della "storia nella storia" che si andrà ad aggravare con il proseguimento della serie, che andrà a sfociare in un finale agrodolce di cui spero vivamente non abbiate letto nulla se non avete visto la puntata.

Spazio per tutti. Durante la prima parte della serie i nostri 3 protagonisti non dominano completamente la scena perché i ragazzi di BONES riescono a realizzare delle fantastiche scene collettive dove ogni singolo personaggio / comparsa che si mostra a video riesce ad assumere una propria identità singola differenziandosi dalla massa di cloni che soltamente abbondano in questo tipo di situazioni e che altro non sono se non riempitivi dello schermo: qui ognuno è un'identità con un vissuto, ognuno dei personaggi a video potrebbe avere o non avere a casa qualcuno che li aspetti e potrebbe aver perso tutto come essere in città per puro caso e trovarsi suo malgrado vittima degli eventi... sotto questo punto di vista, il lavoro svolto dai ragazzi in cabina di regia è qualcosa di assolutamente degno di lode. Dove la serie cambia decisamente rotta è nella seconda parte, quando l'analisi oggettiva del disastro naturale e delle sue conseguenze sulla popolazione diventa un "dramma personale" dei 3 protagonisti che devono affrontare la morte improvvisa ed inaspettata del piccolo Yuuki, il fratello di Mirai, morto per emorragia cerebrale. Si potrebbe quasi parlare di un'altra serie...

Ghost. In questi giorni che seguono la scomparsa del grande Patrick Swayze, citiamo uno dei film che l'hanno reso celebri al grande pubblico per introdurre il tema più combattuto e controverso della serie che da settimane anima il dibattito sulla serie e su eventuali "derive" di dubbia natura. Ad un occhio esperto appare subito evidente che qualcosa non funzioni immediatamente dopo la sequenza in ospedale con il "sogno" di Mirai ma la gestione dell'ambiguità da parte di BONES ha fatto si che in molti abboccassero al tranello non si rendessero conto di alcuni indizi appositamente inseriti ma camuffati sotto mentite spoglie per trarre in inganno lo spettatore e che si palesano solo una o due puntate dopo con la vera rivelazione per bocca dello stesso Yuuki: questo "giocare" con Mirai e le proprie allucinazioni rappresenta - per qualcuno - una forzatura dei temi realistici della serie ed una contaminazione anime/sovrannaturale di un prodotto che non avrebbe mai dovuto puntare su questo genere di aspetti focalizzandosi esclusivamente sulla gestione del post-terremoto. Un'obiezione sensata, ma se prendiamo un attimo in analisi la primissima puntata della serie vediamo che BONES ci presenta una ragazzina spocchiosa ed arrogante che chiaramente avrebbe vissuto un processo di maturazione ed altrettanto chiaramente avrebbe dovuto vivere un evento traumatico per potersi "evolvere": il fatto è che tutti pensammo che il terremoto ed il viaggio per tornare a casa sarebbero stati la pena da scontare mentre in realtà il cammino sulla via della crescita è guidato - ironia della sorte - dal fratellino minore che le appare saltuariamente come sostegno in un momento difficile per tutta la popolazione ma anche e soprattutto per Mirai che con lui ha sempre avuto un rapporto conflittuale. La trovata finale della mail e delle lettere come mezzo per vincere le paure e crescere "soffrendo" è da antologia del perfetto anime.

Tirando le somme, che cosa ci lascia questo "Tokyo Magnitude 8.0"? Sicuramente una storia fantastica, con delle ambientazioni da panico (specie per chi come me ha camminato davvero nelle aree rappresentate dalla serie), dei personaggi fantastici ed una storia razionale ed avvincente che lanciano la serie nell'olimpo dei grandi dell'animazione: potrebbe anche diventare un "classico" nonostante le sorprendenti lacune in termini di disegno ed animazione che solitamente sono una delle frecce nella faretra BONES e che invece stavolta hanno più di un momento di sbando... senza di queste mancanze, a mio avviso avremmo un nuovo titolo sul gradino più alto del podio 2009 che invece è ancora appannaggio di "Higashi no Eden" e della sua storia avvincente e realizzazione tecnica impeccabile. "Tokyo Magnitude 8.0" conquista un meritatissimo 2° posto con il gagliardetto della miglior serie estiva in assoluto, un merito guadagnato sul campo ma che in tutta onestà sembrava già in mano sua ben prima di arrivare ai blocchi di partenza.

GIUDIZIO: 94/100

NARRAZIONE: 9/10

PERSONAGGI: 10/10

PRODUZIONE: 7/10

AMBIENTAZIONE: 10/10

MOMENTO MIGLIORE: la sequenza di crollo della Tokyo Tower e l'addio di Yuuki;

MOMENTO PEGGIORE: l'insofferenza di Mirai in treno;

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