venerdì 4 settembre 2009

Tokyo Magnitude 8.0 - Episodio 9

L'episodio in pillole: Mirai e Mari raggiungono Sangenjaya dove trovano tutto distrutto: alla vicina scuola che serve anche da obitorio Mari scopre il cadavere di una donna e di una bambina che crede la madre e la figlia ma non le guarda fermata dalla paura, la costanza di Mirai sarà determinante...;

Highlights: Mirai ed il fantasma_sempre_più_evanescente_ di Yuuki...;

Giudizio: 10/10

Il crollo delle illusioni. Potrebbe essere questo il sottotitolo di un'altra puntata fantastica in cui succede veramente di tutto e dove il dramma della morte, realtà di una Tokyo distrutta ed in ginocchio, lascia spazio allo splendore della vita che porta con sé la sicurezza di un futuro certamente complicato ma che - affrontato insieme ai propri cari - assume proporzioni meno spaventose. Due drammi in equilibrio sul piatto di una bilancia, quella della vita, che per ironia della sorte usa due pesi e due misure con le protagoniste della serie: da una parte Mirai, costretta a vivere nell'illusione per non impazzire e dall'altra Mari che vive un'illusione tremenda prima di tornare ad una realtà di macerie e letti d'ospedale che non poteva essere più dolce...

Il distretto di Sangenjaya, meta finale del pellegrinaggio di Mari verso casa è ormai realtà ma la situazione già drammatica preventivata dai TG non è per niente simile alla realtà che le si prospetta davanti agli occhi: gli incendi non sono ancora del tutto domati e non solo l'area della stazione sembra essere stata colpita dalla furia del fuoco ma anche le zone residenziali limitrofe. Salendo fra le macerie che ostruiscono la via di casa, Mari e Mirai (con Yuuki) s'inerpicano per la residenza dei Kusanabi e la trovano apparentemente colpita solo lievemente dal sisma: correndo a perdifiato chiamando la madre e la figlia, Mari si avvicina alla casa e scopre che la parte destra prima coperta da un cumulo di macerie che le copriva la visuale è stata completamente distrutta e di fatto solo una piccolissima parte dell'abitazione è integra. Non trovando nessuno all'interno Mari inizia ad agitarsi e l'arrivo di una vicina che le racconta la drammaticità del momento vissuto non contribuisce certo a rafforzarne lo spirito e la convinzione di aver perso entrambe le donne della sua vita la mandano in crisi. Mirai (su suggerimento di Yuuki-voce della coscienza) si mette a cercare e chiedere in giro notizie su Hina e la nonna scoprendo che alla vicina scuola elementare è stato istituito un punto di soccorso: informando Mari della scoperta, entrambe si recano sul posto in cerca di notizie.

La scuola-obitorio è il crocevia per chi può riabbracciare i propri cari e deve pensare alla cerimonia di cremazioni dei cadaveri: Mari chiede immediatamente notizie di una donna di circa 50 anni ed una bambina di 4 nell'area di Sangenjaya e l'inserviente la informa che due cadaveri non identificati corrispondenti a quelle età sono proprio lì a scuola! Dopo aver accompagnato la donna e Mirai, l'inserviente le lascia sole per permettere a Mari, crollata a terra in lacrime dopo aver visto i codini della bambina, di avere un attimo di solitudine per metabolizzare il dramma personale che sta vivendo. Dopo un po' di tempo gli ufficiali funerari chiedono di poter identificare l'identità dei cadaveri ma Mari non riesce a sollevare il velo sui loro volti e riscoppia in lacrime, "costringendo" entrambi a tornare dopo un po'. Yuuki nel frattempo parla con Mirai e le spiega che è convinto che Hina e la nonna siano ancora vive e così si mettono a cercarle per la scuola ed anche in quella vicina dove hanno scoperto essere stato allestito un secondo campo: chiamando a gran voce Hina, Mirai attira l'attenzione di una maestra che ha una Hina nel suo gruppo... ed è proprio la figlia di Mari! La donna sta ancora piangendo quando si vede portare la figlia sana e salva e le lacrime che inizierà a piangere in quel momento sono di gioia e non più di dolore. Portate in ospedale, entrambe riabbracciano anche la madre / nonna ferita ma non in pericolo di vita. Sfruttando un camion di trasporti d'urgenza diretto nelle vicinanze di casa, Mirai chiede di poter essere accompagnata e lascia un biglietto ad Hina da consegnare alla madre: sconvolta di aver lasciato Mirai sola in un momento come quello, la donna si rende conto che l'allucinazione della ragazza è ancora reale...

E adesso che, nel finale, Yuuki e Mari ci fanno capire che la situazione psicologica di Mirai è dannatamente grave voglio vedere che si inventano in BONES per il finale: dopo due episodi transitori ma che forse meriterebbero di essere rivisti in "chiave Yuuki" la serie è tornata sugli epici livelli delle prime mai troppo osannate 5 puntate. L'incontro con la famiglia segnerà il ritorno alla realtà per Mirai, che volente o nolente dovrà ascoltare quel "Onee-san, ano ne..." che il povero Yuuki ben due volte ha provato ad introdurre nel discorso (forse seguito da un "watashi wa shindeita... shitteru no ka?) ma che la ragazza evidentemente non è ancora pronta per sentire ed affrontare. Due episodi al termine ed una ragazza in balia delle proprie paure contesa fra l'incertezza di ciò che troverà a casa ed il dispiacere di aver "abbandonato" una persona cara: dal primo episodio in cui l'unico pensero era "ma perché il mondo non va a rotoli?" siamo praticamente arrivati al paradosso del "perché io sono andata a rotoli?" con la presa di coscienza della dipartita di Yuuki anche e soprattutto per causa sua (vedasi l'incidente alla Tokyo Tower). Un tentativo di suicidio di Mirai in extremis poterbbe essere la ciliegina sulla torta di un dramma ormai pronto per entrare nel vivo.

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