sabato 12 settembre 2009

Tokyo Magnitude 8.0 - Episodio 10

L'episodio in pillole: raggiunto il quartiere natìo, Mirai ritrova un'amica e compagna di classe che la informa della buona salute dei genitori di entrambe: sollevata, Mirai raggiunge la scuola dove spera di incontrare la madre e dove invece dovrà abbracciare una sconvolgente realtà...

Highlights: l'addio di Yuuki;

Giudizio: 9/10

Ci siamo: doveva essere l'episodio del ritorno alla realtà e così è stato, con una Mirai distrutta dal dolore e dai sensi di colpa che si capacita finalmente della morte del fratellino avvenuta in ospedale e "dimenticata" o meglio, non accettata, tanto da farne un pacchetto e relegarla in un angolo della mente fino a che l'evidenza dei rapporti con le persone care non irrompe con prepotenza nell'ordine di pensieri per distruggere il castello di bugie auto eretto per non affrontare la drammaticità della perdita subita: non sarà l'emblema del realismo che tutti ci aspettavamo da questa serie, ma viene da chiedersi se sia veramente un male...

Sul camion militare che la sta riportando verso casa, Mirai continua a parlare con la proiezione mentale del fratellino morto che le chiede cosa direbbe se in ospedale lui fosse morto davvero: arrabbiata, Mirai risponde che sia lei che i genitori morirebbero dal dolore quindi è meglio che la smetta di dire stupidate. Raggiunto il parco vicino casa, Mirai si sente chiamare da una voce che riconosce immediatamente: è Mayu, l'amica del cuore e compagna di classe con la quale spesso ha scambiato e-mail e telefonate notturne e che ora accoglie con gioia come la cosa più bella degli ultimi giorni. L'abbraccio e le lacrime fra le due è uno dei momenti più toccanti dell'episodio e la scena prosegue con il racconto delle reciproche brutte esperienze che però sono passate senza gravissime conseguenze e - a parte la casa - tutto sembra essere sulla via della sistemazione: parlando dei genitori Mirai scopre che la madre sta bene ed il padre è solo leggermente ferito ed entrambi si sono rifugiati come tutti alla vicina scuola elementare: felicissima di apprendere questa notizia, Mirai saluta Mayu e le dà appuntamento alla prossima glissando sulla domanda di come stia il fratellino Yuuki.

Raggiunta la scuola la ragazza incontra Itsuki, un amichetto del fratello al quale chiede se non l'abbia visto entrare nella scuola: felicissimo nel sapere che sia l'amico che Mirai stanno bene, Itsuki l'accompagna dai genitori in palestra ma i loro materassini sono momentaneamente abbandonati e parlando coi genitori del bambino, scopre che la madre è andata un attimo a casa a prendere dei cambi di vestito poiché il padre starà temporaneamente in ospedale. Mentre Mirai e Itsuki cercano Yuuki per tutta la scuola, la ragazza riesce a parlarci solo quando è sola e in classe vede il disegno che fece quando tutti e 4 andarono ad Odaiba ed un foglio dove si esercitò in calligrafia prima che l'amichetto faccia di nuovo capolino chiedendole di accompagnarlo a casa per prendere un quaderno da dare a Yuuki una volta che la situazione si sarà calmata: la casa del ragazzo è dichiarata inagibile ma lui taglia corto dicendo che anche la mattina è stato lì per recuperare delle cose importanti e che non succederà nulla ma mentre entrambi sfogliano il quaderno una parte della casa crolla e Mirai si getta a proteggere sia il fratello che l'amichetto finché, dopo la stabilizzazione della macerie, Mirai realizza che il fratellino con cui credeva di parlare è in realtà morto il giorno prima all'ospedale da campo.

Leggevo i commenti di altri illustri colleghi e relativa mole di post di risposta e mi chiedevo se non ci sia un macroscopico errore di fondo nell'approccio - e quindi nel giudizio - della puntata. A prescindere dal "come" viene gestita la morte di Yuuki e soprattutto la presa di coscienza della stessa da parte della piccola Mirai credo sia più utile, oltre che interessante, discutere su quale sia "l'eredità" lasciata in dono alla sorella: Mirai inizia un processo di cambiamento e maturazione dai minuti immediatamente successivi al sisma iniziando ad abbandonare l'immagine della ragazzina snob e scazzata che odia il mondo e spera che crolli poiché nel momento stesso in cui lo spera... questo crolla per davvero. Veder realizzato un sogno apocalittico credo che - per un bambino - sia un evento veramente devastante e Mirai non fà eccezione, dato che inizia a comprendere il significato e l'importanza della vita e dei piccoli gesti che quotidianamente la costruiscono. Con la morte di Yuuki questa autoconsapevolezza raggiunge vette che nemmeno lei pensava di poter raggiungere e - nonostante abbia ora un peso indicibile sulla coscienza - sono certo vivrà ogni attimo con l'intensità e la "violenza" di realismo che lo accompagna. E' un tema che mi riprometto di trattare con la cura necessaria in fase di recensione, per ora prendetevi questi "two cents" di delirio serale... ^^

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