sabato 20 giugno 2009

Sengoku BASARA (recensione)

Mi sono preso un paio di giorni per riflettere concretamente ed a mente fredda su questa serie tanto povera di contenuti quanto dannatamente cool nel modo di rappresentarli e sono giunto alla conclusione che la media matematica dei punteggi dei singoli episodi ha indubbiamente il suo peso per decidere quello che è il numerino che tanto vi interessa a piè di pagina ma non è - qui più che altrove - l'unico aspetto da tenere in considerazione. Forte del suo appeal emotivo e dei suoi personaggi esageratamente sboroni, ogni episodio riusciva nel suo compito di ibernare le sinapsi dello spettatore per una mezz'oretta e farlo rilassare al cospetto di una "ignoranza" talmente ostentata da risultare alla fine bella e quasi necessaria: il cavallo di Masamune che ha 2 manubri al posto delle redini, l'armatura di Tadakatsu-Gundam con i motori dell'RX-78 sulla schiena ed una trivella nel braccio destro ("Gurren-Lagann" anyone? ^^), il gatling all'occorrenza mortaio di Noihime... sono tutti aspetti inutili, fuorvianti... quasi grotteschi nella loro decontestualizzazione eppure, ogni volta che irrompono sullo schermo suscitano stupore positivamente connotato: vorrei dire che è troppo e no, non ci siamo per niente... ma è troppo divertente da vedere! ^^

Figlio di un DVD. Gli anime nati da un prodotto videoludico alle spalle, si sà, non è che abbiano questa grandissima tradizione di qualità realizzativa e sulle primissime indiscrezioni di una serie ambientata nella Sengoku Jidai - l'età più colorita del medioevo giapponese - c'era il classico mix di sensazioni positive figlie di un'ambientazione che adoro, di un cast di personaggi accattivante e e di una "reinterpretazione" storica che non fa mai male... controbilanciate dall'ispirazione ad un gioco non esattamente osannato dalla critica ^^' Poi leggi chi c'è al supporto tecnico, leggi "Production I.G" e ti si allarga il cuore poiché capisci che questo sarà un titolo che farà parte dei pochi, rarissima titoli che rappresentano l'eccezione alla regola di cui sopra: combattimenti vivi e violenti, personaggi tremendamente esagerati (e questo in parte sarà un problema, ma lo vedremo dopo) ed un ambientazione resa ancora più affascinante dalle capacità tecniche dello studio d'animazione in questione che regala paesaggi naturali e militari di una bellezza imbarazzante, incorniciati da un'esplosione di colorazione e di animazione di qualità che di certo non poteva mancare in una serie dove chi è fermo sullo schermo... è morto ^^. Come accennato nell'analisi dell'ultima puntata, limitarsi alla soddisfazione raggiunta tramite completamento dell'obiettivo "intrattenere lo spettatore" è il più grosso limite e "difetto" della serie, che poteva ambire a qualcosa in più che forse vedremo nella seconda tranche di puntate l'anno prossimo ma che nel computo complessivo di queste 12 non può essere preso in considerazione. Peccato.

Ricorsi storici. Dicevamo, "Sengoku Jidai". Ma alla fine che cos'è questa strana combinazione di termini? E' il periodo più amato dagli appassionati di storia giapponese, quello nel quale si sono vissute le battaglie più violente, dove sono vissuti i generali più valorosi e grandi uomini hanno compiuto grandi imprese sfociate addirittura nel mito e nelle tradizioni popolari che molto spesso hanno travisato la veridicità storica riportata da chi ha ben pensato di tenere un resoconto dettagliato di quel complicato assetto di alleanze e tradimenti pronto a cambiare come la direzione del vento e delle nuvole nella stagione dei monsoni. Iniziamo col dire che l'ispirazione a codesto periodo storico è molto approssimativa: non ci sono date, non ci sono riferimenti a molti fatti determinanti dell'epoca e soprattutto mancano (o addirittura muoiono!) generali determinanti per quello che è stata la vera Storia del Giappone medievale: se sia meglio avere una rappresentazione leggera della verità storica o una descrizione precisa e puntuale di qualcosa di completamente inventato lo lascio giudicare a voi, fatto stà che questo "Sengoku BASARA" oscilla fra questi due estremi come il bene ed il male nel cerchio dello yin e dello yang regalandoci episodi fedeli alla verità storica come il 5° ed il 6° in cui la battaglia di Nagashino viene riprodotta fedelmente ed altri, come l'11° dove un vero evento come l'incendio del tempio Honno-ji viene riportato solo per rendere più spettacolare un evento rappresentato ma assolutamente inventato, anzi stravolto ^^' Cardine di questo continuo oscillare è - incredibile ma vero - l'età dei personaggi: niente ragazzini deficienti messi in situazioni più grandi di loro per il semplice motivo di compiacere lo spettatore, qui ci sono uomini veri che combattono consapevoli che ogni discesa in campo può essere l' ultima, consci dell'importanza della giustizia e della guerra come fine per raggiungerla. Alcuni di essi esasperano questo concetto, Masamune su tutti ^^, però il risultato finale è dannatamente convincente e divertente.

Il gioco delle parti. Sfortunatamente, non tutti i personaggi brillano di luce propria ed alla fine possiamo facilmente dire che tutto l'impianto narrativo è sostenuto dal trio Yukimura - Masamune - Nobunaga che attirano su di se l'80% della narrazione: Shingen e Kenshin partono forte e sembrano avere nella puntata di Nagashino la consacrazione definitiva ma di fatto non escono mai dal ruolo di aiutanti, nonostante l'alto titolo nobiliare che li contraddistingua dai sottoposti, Sasuke e Kasuga sono la classica coppia di innamorati dubbiosi/apatici che non trovano il coraggio di dichiararsi in quanto vittime di preconcetti o ideali troppo elevati (anche se la bionda kunoichi vince per mancanza di rivali degni di nota il premio "Miss Anime Girl Spring 2009"), Koujurou da una parte e Noihime - Ranmaru dall'altra non sono nulla più di una comparsata veloce che non incide minimamente su quello che è il flusso della storia, inerte al loro passaggio... senza nemmeno citare i daimyo che vediamo al volo nel primo episodio e ricompaiono ancora più velocemente nel 12°, che probabilmente saranno protagonisti solo l'anno prossimo. In buona sostanza cosa spinge lo spettatore a guardare questa breve ma intensa serie primaverile? Innanzitutto l'atmosfera da romanzo storico-fantasy con aspettative medievaleggianti, che creano un'atmosfera sospesa fra ciò che fù e ciò che avrebbe potuto essere se anche solo una minima parte del folklore giapponese corrispondesse a verità; in secondo luogo un cast di personaggi principali molto solido, tanto da sostenere da soli un gran numero di comparse o presunte tali che compongono un melting pot ricco e variegato ma - come detto - un po' insipido in ultima analisi. Le battaglie del 2° e 12° episodio sono i veri highlights della serie, seguite a ruota dalla battaglia di Nagashino e dal personaggio di Gundam-Tadakatsu, il crossover più pazzo della storia degli anime oltre che un degno tributo ad un grande protagonista della gloriosa tradizione animata giapponese: "Bakumatsu Kansetsu Irohanihoeto" è sicuramente un'altra dimensione tecnico-narrativa ma in sole 11 puntate Production I.G, maestra dell'animazione perfetta e realistica, confeziona un prodotto divertente, ben fatto ed assolutamente degno di nota se siete alla ricerca di qualcosa di stuzzicante e veloce da godere. Una gita al vostro fast food preferito, in salsa anime ^^

GIUDIZIO: 83/100

NARRAZIONE: 8/10

PERSONAGGI: 7/10

PRODUZIONE: 9/10

AMBIENTAZIONE: 9/10

MOMENTO MIGLIORE: gli orgasmi di Kasuga ^^

MOMENTO PEGGIORE: ogni volta che parla Oichi: sopprimete la Noto!!!

Nessun commento: