lunedì 16 febbraio 2009

Bounen no Xamdou - recensione

Mi sono preso una settimana per elaborare tutto quanto visto ed apprezzato durante la visione di questa splendida serie nel tentativo di scrivere una recensione il più esaustiva possibile ma mi sono drammaticamente reso conto che non ho la più pallida idea di quale sia l'incipit migliore per questo post: ecco cosa succede quando hai tanto da scrivere ^^. Prendiamola alla larga: "Bounen no Xamdou" (o come lo volete scrivere, tanto ci sono almeno 5-6 diciture che viaggiano per la rete) è il progetto più ambizioso del 2008 targato BONES - uno degli studi più noti ed apprezzati nel panorama anime giapponese - trasmesso solo ed esclusivamente tramite PSNetwork, il sistema di internet della console PS3. Riassumere la storia della serie in poche righe è impossibile e, per non spoilerare a chi la sta vedendo oppure ha intenzione di vederla dico solo che tutta l'epica trama ruota attorno a due Paesi in guerra ed un villaggio i cui "messaggeri" giocheranno un ruolo determinante nell'equilibrio e nelle sorti del conflitto.

Lenta ascesa. L'elemento che distingue questa serie dal "resto" è la narrazione: come ho avuto modo di dire più e più volte in sede di analisi settimanale, il naturale evolversi della storia e la conseguente nascita/evoluzione dei rapporti fra i personaggi raggiunge e soprattutto mantiene livelli qualitativi altissimi che nessun'altro è riuscito a sfiorare e soprattutto mantenere durante tutta la durata della trasmissione. Per 3/4 della sua durata "Bounen no Xamdou" è il manuale del perfetto anime: non una sbavatura, non un elemento fuori posto, non un personaggio fuori luogo, non una caratterizzazione forzata, non una scena inutile: stando saggiamente lontani dai cliché di una battaglia dopo l'altra tipici della stragrande produzione contemporanea di titoli d'animazione, "Bounen no Xamdou" si concentra esclusivamente sui personaggi e su come farli apparire vivi e veri agli occhi del pubblico. L'esempio lampante è rappresentato da Akiyuki, che all'inizio della serie non è nulla di diverso dallo stereotipato protagonista maschile che però alla fine raggiunge una maturità ed una profondità assolutamente impronosticabili per almeno 20 episodi: il bello è che tutto ruota sempre attorno a lui, ma le sue azioni non sono sempre al centro della scena, anzi, il modo in cui la regia crea hype attorno alla sua presenza anche solo nei ricordi o nei pensieri di altri personaggi è un qualcosa che veramente lascia di stucco.

Immagine riflessa. Il grosso problema che una serie inaspettatamente gettata sotto le luci della ribalta è che spesso si nasconde comunque dietro al successo di chi l'ha preceduta, autoconvincendosi di non esserne all'altezza. Guardandosi nello specchio, "Bounen no Xamdou" non vede altro che l'immagine nitida di "Seirei no Moribito", la serie-capolavoro del 2007 con la quale condivide l'epicità di una storia mai banale, il "peso" della caratterizzazione di tutti i personaggi, la maestosità delle musiche, l'audacia della regia ed il livello qualitativo medio sorprendentemente alto. Tutto ciò ci regala un gruppo di personaggi credibili, appassionanti ed "umani" uniti a dei concept fantasy come gli Hiruko e le Humanforms che trascendono il ruolo di super-essere o super-arma al quale molti li avrebbero limitati ma si impongono come personaggi vivi e attivi, con dei sentimenti e dei desideri assolutamente degni di essere raccontati.

Autoreferenzialità. Una serie importante si porta sempre dietro un bagaglio di conoscenze e simbolismi cari al regista o ai membri dello staff in generale. L'ispirazione dietro a certi momenti particolarmente densi di significato viene - l'ho detto anche più volte in sede di commento settimanale - dal mai troppo lodato "Eureka Seven" che prima di "Bounen no Xamdou" ha rappresentato il fiore all'occhiello della produzione animata BONES. La scena più emblematica sotto quest'aspetto compare nel 19esimo episodio, quando Akiyuki conquista le ali: come da tradizione (Yoshida ha inventato questo simbolismo), questa evoluzione simboleggia la maturazione definitiva di Akiyuki, sia verso il suo ruolo nella storia sia verso la comprensione dei suoi veri sentimenti per Haru. Se a tutto questo aggiungete che il concetto di "volo" è dall'inizio uno dei cardini della serie, non si può non vedere quanta poesia ci sia dietro. L'altro elemento che mi ha fatto riflettere in questa settimana è il ruolo delle donne della serie, guide per i protagonisti alla maniera di come lo fu Beatrice per il Sommo Poeta: interessante notare come Nakiami e Haru siano complementari in questo ruolo, essendo la prima sicura ma "fredda" (per gran parte della serie) mentre Haru predilige esporre un lato più emotivo ma non totalmente succube dell'irrazionalità, alla quale quasi mai si abbandona.

Tempo tiranno. L'unico vero grande problema della serie, purtroppo, arriva nel finale e si chiama fretta. Quello che per 3/4 della serie è stato il punto forte dell'anime, ovvero il non forzare i tempi della narrazione nel finale viene cestinato per poter contenere tutto quanto nei 26 episodi canonici: un sacrilegio, visto che la particolarità della serie avrebbe dovuto assicurarle almeno 37 puntate, se non 39. Non ci è dato sapere se la colpa sia stata di BONES oppure delle influenze di SONY nel progetto, fatto sta che molti climax vengono forzati inutilmente nel tentativo di rendere tutto ancora più spettacolare di quello che già è (gli ultimi due episodi sono qualcosa di indescrivibile a livello tecnico). Il risultato? Beh, la storia si chiude con un finale che acquisisce finalmente senso ma che lascia in bocca il sapore di un qualcosa che avrebbe potuto essere ancora più incredibile. Questo all'episodio 25, sapete già se avete letto la recensione dell'ultima puntata che quello è un episodio che trascende lo schema narrativo globale.

Pietra miliare. Continuare a tessere le lodi del livello qualitativo del prodotto BONES mi pare eccessivo ed anche inutile, visto che ormai lo sapete tutti. Mi limito quindi a sottolineare la costanza di rendimento nonostante i 26 episodi, che non avendo dovuto passare su normali canali televisivi ha potuto investire i soldi dedicati alla promozione pubblicitaria in qualità di disegni ed animazione, regalandoci questa gioia per gli occhi che spero di poter avere presto in Blu-Ray. Cosa è mancato quindi a questa serie? Beh, fino all'episodio 20 è stata praticamente perfetta, senza sbavature e senza bisogno di aggiungere o togliere niente: ad un certo punto ho pensato che potesse essere il miglior titolo anime dei primi anni 2000 (!). Poi però il finale forzato e i tempi troppo ristretti fra un climax e l'altro hanno avuto il loro peso sul giudizio finale che si stabilizza su livelli altissimi, regalandole il mio personale tributo di "Best Anime 2008" e proiettandola nell'Olimpo dei capolavori, però sotto all'élite di titoli assolutamente imperdibili. Quasi un capolavoro. Purtroppo per BONES, quasi.

GIUDIZIO: 94/100

NARRAZIONE: 10/10

PERSONAGGI: 9/10

PRODUZIONE: 10/10

AMBIENTAZIONE: 8,5/10

MOMENTO MIGLIORE: Nakiami chiude la Camera della Rinascita per il bene del mondo;

MOMENTO PEGGIORE: non è il momento peggiore ma è il mio rammarico più grande: lo scontro con Hiruken doveva durare di più...

1 commento:

Raffaella ha detto...

Ho terminato ieri la visione di Bounen no Xamdou e subito dopo ho scoperto questo blog. Mi sembra disgraziatamente abbandonato, ma vorrei lo stesso ringraziarti per la bellissima recensione. Nonostante non condivida appieno il tuo giudizio sull’anime, che ho trovato molto instabile dal punto di vista del concept e dello sviluppo (le derive misticheggianti mi lasciano sempre un po’ fredda, per non parlare della ridicola gestione del tema guerra), ho provato, soprattutto alla fine, emozioni veramente forti. Mi prendo un paio di giorni di pausa per rielaborare, ma sfrutterò poi i tuoi preziosi consigli per le mie prossime visioni. Grazie! Lili