lunedì 8 dicembre 2008

Ga Rei: Zero - Episodio 8

L'episodio in pillole: Mei tentenna ma capisce che dopo aver incontrato lo Shinigami lei è morta e risorta, con nuovi poteri; affrontando la cugina a duello decreterà un oscuro fato per entrambe...;

Highlights: Mei quando si slaccia il kimono ^^;

Giudizio: 9/10

Altra grandissima puntata che da una notevole spinta alla trama. il già compromesso e contrastato rapporto fra le cugine Isayama crolla verticalmente dopo le sconcertanti rivelazioni di Mei a Yomi, che in preda al desiderio di vendetta non guarda in faccia nessuno. Interessante la caratterizzazione del padre di Mei, il cui amore per il fratello era finalizzato solo all'avere la successione alla testa del clan: non era previsto, l'ha ottenuto comunque "magheggiando" con il testamento. La protagonista indiscussa della puntata rimane Mei, benché i suoi gesti serviranno a "creare" la nuova Yomi.

La puntata si apre con un ricordo di Kagura, più precisamente il ricordo del giorno della morte della madre: ora per stessa ammissione di Kagura, guardando le lacrime di Yomi rivive impotente la scena di quel giorno piovoso. La sacralità del momento è rotta dall'ingresso di Mei, che intima alla cugina di prendere posto nel dojo dove Yuu annuncia a tutta la rappresentativa famigliare che lui e Mei prenderanno il comando della famiglia, come aveva esplicitamente scritto Naraku nel testamento. Yomi ovviamente trasale nel sentire queste parole ma lo zio la rimprovera fermamente, ricordandole che tutto quanto concessole in questi anni è stato niente più del caritatevole desiderio di un uomo che l'ha allevata come parte della famiglia benché non ci fossero forti legami di sangue. Sempre più sconvolta, Yomi tenta di ribattere nuovamente salvo scoprirsi al secondo assalto verbale dello zio che le ricorda di essere lei stessa responsabile per la morte del padre adottivo poiché al parco con un ragazzo invece che a casa a proteggere il suo benefattore. Distrutta nell'orgoglio, Yomi non proferisce più parola fino alla fine della riunione. Al termine della quale, Yuu ed il padre di Noriyuki dibattano la possibilità di celebrare il matrimonio fra i 2, che si era ipotizzato poiché Naraku assicurò al padre del giovane che Yomi sarebbe stata la legittima erede del clan: Kagura ascolta tutto, ma non riferisce nulla alla sorella. Riunitesi in camera, le 2 giovani non fanno in tempo ad iniziare a parlare che subito arriva Mei ad informarle che, poiché lei ed il padre si trasferiranno a casa di Yomi, Kagura dovrà andarsene e Yomi dovrà spostarsi nella camera degli ospiti. Sconvolta, Yomi non riesce a ribattere poiché la cugina le intima di riconsegnare Shishiou, la spada sacra che ora deve tornare alla famiglia.

Sul terrazzo della casa, Mei sfodera la lama con inusuale godimento ma subito una strana sensazione la pervade: sta iniziando a riemergere la sua vera personalità, ben consapevole che con quelle stesse mani è stata proprio lei ad uccidere lo zio Naraku. Incapace di credere ai propri ricordi, la ragazza fugge per la città e si ritrova in un vicolo cieco inseguita dalle farfalle blu del piccolo Shinigami che l'aveva uccisa qualche giorno addietro. Impaurita, Mei cerca di eliminarle con Shishiou ma la Pietra della Morte donatale dallo Shinigami riemerge sul suo petto facendola urlare di dolore più di quanto i terribili ricordi delle proprie azioni non la stessero già tormentando: in ginocchio, Mei osserva la comparsa del giovane che le suggerisce di accettare il dolore, l'odio e l'invidia che la Pietra ha canalizzato, poiché è l'unica strada possibile per sopravvivere e, soprattutto, è stata proprio lei a scegliere questa strada. Contemporaneamente, al Ministero per le attività soprannaturali, la capogruppo e la segretaria notano la comparsa di un grosso "Category A" come quello rilevato pochi giorni prima, e dispongono tutto affinché una squadra si rechi sul posto (quella del sergente che avevamo visto nel 1° episodio, NdiMu).

Dopo aver ricevuto una chiamata sul cellulare, Yomi prende in prestito Michael, la katana di Kagura e si reca in motorino (nonostante il diluvio) al luogo designato: una piccola zona montagnosa poco fuori dalla città. Ad attendere Yomi c'è la cugina Mei con Ranguren, la bestia sacra conservata nella lama di Shishiou. Senza perdere troppo tempo la neo-capoclan attacca a testa bassa la cugina, che schiva e cerca di rispondere colpo su colpo. Dopo aver fatto aprire a Nue una buca nel terreno che conduce ad una fabbrica sotterranea, Yomi si butta cercando riparo, subito seguita dalla cugina in groppa al mitologico animale che ormai le risponde senza problemi. Mei insiste nel far lanciare colpi energetici a Ranguren, col solo risultato di rendere instabile la struttura portante e sollevare una gran quantità di polvere, che Yomi sfrutta per sbucare all'improvviso e mozzare di netto il braccio di Mei. Che però si rigenera istantaneamente! Colta di sorpresa Yomi non sa cosa dire, ma subito la cugina si prodiga in spiegazioni: attaccando pesantemente col suo naginata Mei rinfaccia alla cugina tutto l'odio covato in anni di privazioni in cui tutto ciò che sarebbe dovuto essere suo è stato dato ad una sconosciuta senza legami di sangue con gli Isayama. Il desiderio di vendetta l'ha consumata così tanto che ora non desidera altro che ucciderla, come ha fatto con lo zio. A queste parole Yomi ha una scossa psicologica nella quale il timore di ferire la cugina si trasforma in odio e desiderio di vendetta per il padre, ma i chirurgici attacchi portati al corpo della cugina non hanno effetto poiché le ferite sono istantaneamente curate dal potere della pietra. Pronta a dare il colpo di grazia a Yomi, Mei si accorge che le ferite sono tutte aperte e sanguinanti: lo Shinigami si sta riprendendo la pietra. Approfittando della situazione Yomi si rialza e con un calcio sbilancia la cugina: la catena di Michael e la lama fanno il resto, lanciandola a terra legata ed in balìa della furia cieca della (il)legittima erede degli Isayama, che subito le è addosso puntandole alla gola il suo stesso naginata. Mei, ora in sé e libera dal potere della pietra supplica Yomi di perdonarla e di lasciarla parlare poiché può spiegarle tutto quanto accaduto ed è pronta a spiegare tutto anche a Yuu andando incontro alla punizione che le spetta ma Yomi le intima di tacere.

Scambio di sguardi, Yomi le intima di tacere.
Mei piange e supplica perdono.
Yomi non ci vede dalla rabbia e le urla di dire le sue ultime preghiere.
Mei urla il nome della cugina sperando nella clemenza.
Il naginata colpisce.
Le gambe di Mei si afflosciano.
Stavolta è davvero finita.
E parte la sigla di coda...

Al termine della quale, Yomi viene trafitta da una pioggia di shuriken dello Shinigami bambino, che sembra intenzionato a dare alla giovane il ruolo di Mei e la custodia della Pietra della Morte. Entrambe le eredi degli Isayama giacciono a terra, senza vita.

Appreso il segreto e le potenzialità della Pietra, capire cosa potrà succedere è in parte più semplice ma in parte più complicato. Mei pare definitivamente morta, Yomi sappiamo che resusciterà col potere della Pietra e si dedicherà a saziare la sua sete di vendetta. I primi legami con i ragazzi dell'inizio sono stati stabiliti, l'astio verso Noriyuki probabilmente deriva dalla decisione di annullare il matrimonio, quello con Kagura potrebbe essere il risultato della scoperta da parte della piccola dei veri piani della sorella, la quale costretta a giocare a carte scoperte, decide di eliminare tutti e tutto. Di sicuro la parte migliore arriva adesso che Yomi ha una doppia personalità... A livello tecnico siamo sempre ad ottimi livelli, e le caratterizzazioni in questa puntata volano. Momento migliore dell'episodio il duello delle cugine, in particolare la parte sulle note della canzone di Yousei Teikoku, di cui ho appreso l'esistenza dopo la visione della puntata ma di cui saprò molto di più a breve ^^

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