giovedì 16 ottobre 2008

Mōryō no Hako - Episodio 2

L'episodio in pillole: La famiglia di Kanako accorre per verificare le condizioni della figlia dopo il tentato suicidio;

Highlights: un nuovo tipo di horror stà prendendo corpo con questa serie!;

Giudizio: 8/10

Ci sono tantissime cose da amare in "Mōryō no Hako" e, come ho già scritto nella preview dello scorso episodio, probabilmente sarà la serie che mi appassionerà di più quest'autunno. Rappresenta una di quelle rare, rarissime perle che incontri solo una o forse due volte all'anno quando sei proprio fortunato: serie che trascendono i canoni classici e restrittivi di generi predefiniti e "scontati" e che tentano di imporsi all'attenzione del pubblico come prodotto nuovo e dalle grandi ambizioni. Questa primavera abbiamo avuto "Real Drive", che ci ha stupito con la sua trama inesistente eppure avvincente, ora abbiamo la fortuna di vivere questa grandissima serie a base di misteri insondabili. Benché tecnicamente sia inquadrabile come serie drammatica a tema horror, si discosta parecchio da qualunque altro titolo del genere. C'è un po' di shoujo-ai ma anche delle parti umoristiche, così come ci sono dei flash che non sembrano avere una logica apparente: nonostante gli assi siano gelosamente conservati nella proverbiale manica, Madhouse sembra aver già tutto pianificato nei minimi dettagli, non volendo forzare la mano in nessun aspetto della serie. Del resto "Non siamo in un mondo fantasy", come disse Kanako a Yoriko nella scorsa puntata, danzando al chiaro di luna nella pioggia di petali di ciliegio.

Questo secondo episodio lascia la drammaticità del precedente (complice anche il cambiamento del focus narrativo, passato dalle ragazze agli adulti), concedendosi una completa puntata di ampliamento del cast ed un po' di approfondimento psicologico e del background di quest'ultimo: in particolare facciamo la conoscenza di una giovane attrice, accorsa presso il luogo dell'incidente nonostante il fitto numero di appuntamenti in agenda... Vengono anche aggiunti pezzi al puzzle del tentato suicidio, poiché sembrano avanzare ipotesi riguardo motivazioni più profonde e "motivate", se mi concedete l'aggettivo riferito ad una morte volontaria. Rimangono ancora senza risposta le domande "Cosa successe fra le 2 ragazze in barca al lago?", "Quanti giorni sono passati fra la gita al mare e la notte del 15 agosto?" e soprattutto "Perché l'ispettore Kiba vedeva i suoi commilitoni in guerra?". Difficile avere risposte concrete in tempi brevi.

Due caratteristiche a mio avviso distintive della serie: la sottile caratterizzazione psicologica e le teste in scatola. La prima geniale e coerente con la complessità della serie: complice anche il linguaggio non verbale, passivamente perfetto per dare spessore al cast di protagonisti principali ma anche quelli secondari come il poliziotto incompetente che dà fastidio a Kiba ^^ Poi ci sono le teste, sulle quali già nello scorso episodio il signor Sasagawa ci aveva svelato qualcosa inerente al "conservare l'anima": anima di cui si fà grandissima menzione in tutta la vicenda di Kanako e Yoriko e delle rispettive reincarnazioni una nel corpo dell'altra: che ci sia un grande caso di omicidi seriali legato al traffico di scatole delle anime dietro a tutta la vicenda delle nostre due studentesse lesbiche? Se si, dov'è la connessione? E poi, perché cominciare puntando sulle ragazze senza dare quasi nessun indizio sulla trama generale?

Passando al lato tecnico ma sempre parlando dei personaggi, non si può non ammirare la loro resa video. Cosa si ottiene quando si unisce il talentuoso charades del magico quartetto di Osaka (le CLAMP, per chi non lo sapesse ^^') alle capacità tecniche dei ragazzi di Madhouse? Tutto funziona a dovere! ^^ Dopo le cadute di stile dei personaggi di "Code Geass", le mie amate disegnatrici ritornano sulla Terra con personaggi credibili e perfettamente aderenti allo stile del 27° anno dell'era Showa: grandissime!

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