giovedì 2 ottobre 2008

Himitsu ~The Revelation~ (recensione)

Proprio in tema di recensioni, discutevo qualche giorno fà con qualcuno di voi, credo Izawa se la memoria non mi inganna, su quanto fosse difficile scrivere una recensione imparziale. Beh, vi dico subito che stavolta non credo di riuscirci: ho amato troppo questa serie e credo sarà difficile dare un giudizio obiettivo. Ma ci proverò ^^. Cercherò di approcciare diversamente dal solito, di modo da creare un incipit diverso dal solito e che - chissà - magari porterà ad essere più analitico del solito. Partiamo da una certezza inequivocabile: "Himitsu" è una serie piena di debolezze. Eppure è probabilmente la serie invernale che ho amato di più. Shockati, eh? Ve l'avevo detto che vi avrei sorpresi...

Diversamente dal solito, partiamo dalle debolezze di cui sopra. "Himitsu" è una serie poliziesca, ma molto affascinante poiché unica nel suo genere. La "Sezione 9" - che nulla ha a che vedere con la bella Kusanagi Motoko di "Ghost in the Shell" ^^ - è una ramificazione speciale della polizia giapponese che utilizza un metodo... come dire... "alternativo" per risolvere i casi più complessi: utilizzando l'ultimo ritrovato della scienza - un computer che può interfacciarsi con il cervello delle vittime - la sezione riesce a "riprodurre" su monitor un filmato con tutte le memorie della vittima, cercando di ottenere l'identikit dell'assassino. Affascinante, peccato che a volte gli autori si specchino troppo nella loro vena iper drammatica, diventando obiettivamente un po' pesanti. Un'azzeccatissima colonna sonora contribuisce ad enfatizzare le scene madri, ma anche in questo caso troppo spesso si crogiola nella propria bellezza, diventando stucchevole a tratti. La cosa peggiore, tuttavia, sono le pose vagamente fanservice yaoi del caposquadra. Altra nota negativa e che poteva davvero essere sfruttata a dovere è la mancanza di dibattito etico. Una serie che presenta allo spettatore un team che analizza il cervello di una vittima doveva proporre una scissione del cast fra chi era d'accordo e chi no, invece ci vengono mostrati una serie di tabù che neanche "Sayonara Zetsubo-sensei" si sogna e che tuttavia vengono lasciati lì, in sospeso, preda dell'analisi privata dello spettatore. Peccato...

Quindi? Tutti questi difetti e nonostante tutto quel voto? (lo sò che andate sempre a sbirciare in fondo...^^). Starete aspettando di sapere i molteplici aspetti positivi: prima di tutto, "Himitsu" è una eccellente serie poliziesca. Ma di quelle vecchia scuola, che sanno come mantenere lo spettatore col fiato sospeso. Ogni caso incolla al monitor, spingendoci a domandarci cosa stia per accadere. A tratti è davvero magnetica questa serie. E poi, nella sua fantascienza investigativa riesce ad essere molto concreta e realistica: poiché il supercomputer è una tecnologia molto avanzata, molto spesso per caricare pochi minuti di immagine registrate nel cervello ci vogliono ore e qui "Himitsu" sfoggia il meglio delle proprie capacità, poiché qui come mai altrove c'è una gestione sapiente ed oculata del tempo. Le rivelazioni arrivano con grande tempismo narrativo, dando però tempo ai protagonisti di investigare alla vecchia maniera, cioè interrogando e analizzando gli indizi. Non è tutto focalizzato attorno al filmato cerebrale, ma anche alla classica analisi poliziesca degna del miglior C.S.I.

Proprio come nella miglior tradizione di C.S.I, la natura episodica ma che contemporaneamente sviluppa una trama sottopelle è croce e delizia della serie. Se avete amato un caso in particolare, potate stare certi che il prossimo sarà completamente diverso: non sarà il massimo per mantenere alte le aspettative, ma se da un lato è un male perché si vuole sempre di più di ciò che si è apprezzato, sull'altra faccia della medaglia giace uno dei punti cardine di un poliziesco, ovvero l'imprevedibilità. Il non sapere mai a cosa ci metterà di fronte l'episodio successivo è una grandissima molla alla visione: Madhouse lo sà e ha sfruttato incredibilmente questa caratteristica, dando vita ad una serie che per tutti i 26 episodi non potrà far altro che tenervi con il fiato sospeso.

Benché molto realistica nel suo "futurismo latente", la serie non si fà troppi problemi a sfociare in qualche deriva horror. Alcune puntate sono per stomaci particolarmente resistenti, vi avviso. Del resto, Madhouse non è certo uno studio di animazione che bada molto alle censure ("Shigurui" anyone? ^^) e neanche "Himitsu" poteva allontanarsi da questi presupposti. Alla luce dell'imprevedibilità di cui parlavo poc'anzi, i momenti horror sbucano così all'improvviso da non lasciare tempo allo spettatore di riprendersi. Scariche di adrenalina incontrollata in arrivo!

E poi, file a parte nell'archivio della serie, il cast di personaggi. Veramente un caso a parte, se mi concedente la metafora poliziesca. Per più di metà serie mi sono chiesto dove diavolo volessero portare la "Sezione 9". Proprio quando pensai che fino all'ultimo arco narrativo non ci sarebbe stato spiegato nulla, ecco l'illuminazione sulla via di Damasco. A seguito dell'episodicità intrinseca nel genere la serie concentra l'attenzione in particolare su chi è coinvolto direttamente nelle varie indagini. All'inizio non me ne sono accorto, poiché pensavo che i vari amici/familiari/conoscenti delle vittime sarebbero stati di volta in volta in protagonisti, coadiuvati da Aoki & Co. ad interagire con la "Sezione 9". Quando però mi sono reso conto che non era questo il piano di Madhouse, sono andato alla ricerca di qualche nozione più dettagliata del manga omonimo da cui la serie è tratta. E lì la rivelazione: poiché fin da subito il regista ha dato un taglio molto netto con la serie cartacea di base, tutto lo staff tecnico ha orchestrato un'armonico giro di valzer che fosse completo, armonioso e coerente con i ballerini sul palco di modo da farli risaltare al massimo nei 26 episodi concessi all'anime. Una scelta azzardata? Sicuramente. Vince il banco o il giocatore Madhouse? Sicuramente Madhouse, capace di confezionare 26 puntate memorabili e avvincenti completate da un quintetto di episodi finali che non poteva essere migliore di com'è. Riagganciandomi alla metafora musicale di prima, la sinfonia finale cala il sipario proprio con i ballerini in posa. E il pubblico inizia la standing ovation.

Due parole sulla grafica e sulle animazioni, naturalmente ad altissimi livelli. In particolare il charades che non stona mai, anche se una revisione del caposezione sarebbe stata auspicabile, non per l'acume nelle indagini ma per certi atteggiamenti/pose vagamente allusive. In ogni caso il comparto grafico Madhouse è come sempre invidiabile e ai livelli di "Shigurui" a mio avviso. La decisione che condivido di più è stata quella di non puntare su un bishounen marcato nei protagonisti, che così realizzati guadagnano tantissimo in credibilità.

Nota dolente in chiusura, non esistono i sottotitoli per la serie. O perlomeno, non oltre l'episodio 7. Un grandissimo peccato poiché la serie è senza dubbio una delle migliori della scorsa stagione invernale, che pochi hanno seguito dall'inizio ma che si è piano piano imposta all'attenzione generale. Passa da momenti violentemente intensi ad altri di toccante vita familiare con una naturalezza che ha del disarmante ma che è in linea con il tema del "prendere in giro lo spettatore" di cui ho già accennato in "Nijuu-Mensou no Musume" ma che tornerà in altre recensioni. C'è poco da consigliare se non escono i sottotitoli, e per quanto possa parlarne bene mi rendo conto che non è facile seguire una serie andando "a naso" nei dialoghi. Almeno un tentativo però si può fare.

VOTO: 93/100

NARRAZIONE: 10/10

PERSONAGGI: 9/10

PRODUZIONE: 10/10

AMBIENTAZIONE: 9/10

MOMENTO MIGLIORE: non sò se è il migliore, ma è quello che mi è piaciuto di più: quando Aoki brucia i diari del padre;

MOMENTO PEGGIORE: il gore in certe puntate, un po' fuori luogo;

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