domenica 8 marzo 2009

Kemono no Sou Ja Erin - Episodio 8

L'episodio in pillole: John, un apicultore che vive (probabilmente) dall'altra parte del mondo rispetto ad Aka, trova Erin ferita nel fiume e la salva portandola a casa con sé curandole le ferite;

Highlights: miele e natura per curare le ferite del corpo e dell'anima;

Giudizio: 8,5/10

E per tutto marzo credo non vedremo più nulla di anche solo vagamente paragonabile al mitico episodio 7. Alla deriva svenuta ed aggrappata ad un piccolo pezzo di legno, Erin raggiunge le sponde di un fiume in un territorio a lei totalmente ignoto dove non le mancherà il calore e l'affetto sincero di un uomo di campagna che forse non incarna il prototipo del perfetto galantuomo ma che riesce a ridare ad una bambina che ha appena perso tragicamente la madre la voglia di vivere secondo i suoi insegnamenti senza essere schiava della memoria del passato.

I sogni di Erin continuano ad essere infestati dal tragico e distorto ricordo della morte della madre, uccisa secondo la legge dei Touda, ma i primissimi minuti della puntata non sono ancora per la piccola, che avrà modo di occupare la scena dopo poco: ritornato a Kiri (che finalmente scopriamo essere un villaggio vero e non una mezza leggenda), Nason informa il consiglio degli anziani della tragica morte di Soyon, suscitando le preghiere delle donne per colei che ricordavano come una brava ragazza che ora non deve perdere il sentiero per Yomiji. Su esplicita richiesta di uno degli anziani, Nason riferisce le motivazioni dell'esecuzione legate all'avvelenamento dei Touda e anche di Erin e del suo disperato tentativo di salvare la madre, che per mettere a sua volta al sicuro la figlia ha usato "Sou Ja no Waza", una particolare tecnica di comando per i Touda che pare sia proibita (probabilmente è legata alle leggi degli Auroulu) ed infatti gli anziani sono preoccupati che la notizia dell'utilizzo del fischio possa spargersi in fretta: per questo motivo Nason viene incaricato di recuperare Erin e portarla a Kiri.

In altri angoli di mondo, Erin viene recuperata da un apicultore di nome John che la trova svenuta nel fiume, ancorata ad un instabile pezzo di legno. La bimba è ferita e svenuta, tanto che non si riprende completamente nemmeno dopo che John la scuote per farla svegliare. Nella fase di dormiveglia, non si rende conto di nulla e continua ad essere tormentata dai ricordi della madre prima e durante l'esecuzione. Il buon apicultore, invece, si rende conto che le ferite della piccola sono molto serie e deve ricorrere all'agopuntura con i pungiglioni delle sue api per rimettere in sesto Erin (anche se non ho capito bene cosa ha fatto di concreto, chiedo l'aiuto del pubblico per eventuali spiegazioni ^^). Dopo qualche giorno, finalmente Erin si sveglia e John, che si era addormentato sulla sedia appoggiato ad un bastone, cade a terra finendo addosso all'armadio delle stoviglie, che gli frana addosso: essendo tutto di legno, per fortuna non si è rotto nulla. Dopo un siparietto comico legato ad alcune... come dire... abitudini ^^''' ... di John, Erin si ricorda coscientemente della morte della madre scoppiando in lacrime ed in un pianto incontrollato che nemmeno un burlone come John può interrompere, ora che sa cosa è successo.

Il giorno seguente Erin è ancora a letto debilitata ma dalla finestra vede il bozzolo di una farfalla attaccata al tronco di un albero in attesa di trasformarsi definitivamente. Ricordandosi delle lezioni di Soyon sul tempo necessario ad una pupa per trasformarsi in farfalla, Erin si alza per ammirarla ma vede che un uccello è pronto ad aspettare il momento dell'apertura del bozzolo per uccidere la farfalla e, spaventata, Erin gli urla di andarsene battendo sul vetro per farlo volar via, riuscendo a salvare la non-ancora-nata farfalla. Dopo essere entrato in camera per accertarsi delle condizioni di Erin, John capisce il perché dell'urlo della piccola e cerca di aiutarla a capire cosa fare, spiegandole che ora sta vivendo con sentimenti contrastanti, ma per spiegarle meglio cosa vuole dirle, deve portarla a vedere una cosa molto grande ed importante.

Nelle vicinanze della casa di John c'è uno strapiombo che guarda direttamente su Aho Nuoa, la montagna degli dèi che secondo la leggenda è lì dai tempi della creazione del mondo. Erin non conosce quel nome ma chiede se lì vicino ci sia anche Aho Aema ma John le spiega che la montagna di cui parla lei non è in questo mondo ma nell'altro, quello dei morti, e che la sua funzione è permettere la redenzione delle anime. Tuttavia, poiché non tutti sono in grado di scalarla, essa fa da spartiacque fra chi ce la fa e si purifica dai propri peccati e che è invece costretto a fondersi con la natura: la morale della storia è che a prescindere dal fatto che le persone a noi care siano riuscite a scalare o meno la montagna, i ricordi del tempo trascorso assieme e degli insegnamenti che ci hanno lasciato resteranno per sempre con noi, con palese riferimento a Soyon. Dopo averle chiesto di prendersi il suo tempo per decidere quando si sentirà pronta per raccontargli tutta la storia, John riaccompagna Erin in casa.

E dopo il momento solenne per nutrire lo spirito, il robusto John deve pensare anche a nutrire lo stomaco, suo e della sua nuova inquilina ^^. Vivendo in montagna con animali ed api, è facile intuire che latte e miele siano le basi dei pasti dell'uomo, ed il girovita ne è solo una facile conferma ^^. Tuttavia, Erin non ha mai visto in vita sua pancake e miele, quindi prima di mangiare chiede giustamente di che si tratti e perché non ci sia il riso ^^. Sorpreso ma neanche troppo, John spiega che il pancake è fatto con la farina lievitata delle coltivazioni del posto, quindi la gente di lì lo mangia volentieri... un po' perché è buono, e un po' perché ci sono poche alternative ^^: dopo averle fatto vedere come si spalmi il miele sulla fetta, Erin imita i gesti del nuovo amico e assaggia la nuova pietanza apprezzandola infinitamente!

Sfrutto le parole finali di Soyon-narratrice per introdurre il commento di chiusura: "... vivere, e vivere felicemente". E' l'ultima benedizione della madre alla figlia in punto di morte, che Erin ha fatto suo credo e con il quale vuole (con)vivere d'ora in poi. Ma la felicità è ancora un concetto troppo astratto per la piccola, che deve vivere in un posto nuovo e con gente nuova cercando di trovare un equilibrio il più possibilmente stabile fra il "prima", che deve assimilare accettandolo senza diventarne vittima ed il "dopo", da vivere giorno dopo giorno... un istante dopo l'altro apprezzandone ogni singolo dono e cercando di apprendere da chi la circonda più conoscenze possibili per esaudire il sogno di Soyon di vederla veterinaria, da grande. Per ora le ricerche di Nason sono ben lontane, così come i misteri della "Sou Ja no Waza", che gli Aurolu cercano disperatamente di tenere nascosta al mondo al di fuori di Kiri.

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