domenica 11 gennaio 2009

Mokke (recensione)

Le grandi sorprese, si sa, arrivano sempre dal nulla. La scorsa stagione autunnale (quella del 2007, intendo ^^) partì con 2 titoloni ("Ghost Hound" e "Shion no Ou") che monopolizzarono l'attenzione del fandom relegando il resto nel limbo della normalità. Compresa questa povera serie slice of life in salsa Youkai che venne troppo presto bollata dai più come clone del mai troppo lodato "Mushi-Shi". Chi ha avuto modo di seguire le storie delle sorelline Hibara sa bene che le sorprese della "Fall 2007" furono 3, non solo 2... ^^

Confronto impari. Il primo mese di trasmissione è stato senza dubbio il più duro per "Mokke", poiché già dalle prime info di fine estate e la diffusione dei primi trailer/promo art venne subito etichettato come fallimentare tentativo di Madhouse di emulare la poesia del titolo Artland, compromettendone di fatto la popolarità prima ancora della trasmissione del primo episodio! In effetti a prima vista le similitudini erano evidenti: entrambi sono serie slice of life, entrambe raccontano storie di spiriti... ma se ci si ferma un secondo a pensare, le similitudini vere terminano proprio qui ^^'. Prima di tutto la natura degli spiriti protagonisti delle 2 serie è diversa e antitetica: amorfi e senza personalità i mushi, intraprendenti e comunicativi quelli di "Mokke"; anche i protagonisti sono totalmente diversi dato che la serie Artland presenta Ginko e Adashino-sensei (due personaggi adulti e ben consapevoli del loro ruolo e di ciò che li aspettava sul cammino della narrazione) mentre Madhouse punta su due sorelline giovani ed inesperte, che vivono le loro storie con poca consapevolezza del mondo invisibile che si sovrappone al loro normale piano di esistenza: in pratica avrebbero combinato ben poco senza il fondamentale supporto del nonno esorcista. Infine, last but not least come si dice in questi casi, "Mushishi" è un anime che vive delle storie presentate puntata dopo puntata, "Mokke" è un tipico esempio di anime che ruota attorno ai propri personaggi, senza dei quali non si reggerebbe in piedi. Shizuru e Mizuki, sotto questa luce, sono due solidissime fondamenta.

Fuga di massa? OK, forse mi sono già perso molti di voi dicendo che "Mokke" non ha una storia, ma se mi permettete di spiegarmi meglio e mi dedicate ancora pochi minuti del vostro prezioso tempo, prometto di impegnarmi e riportarvi "sul pezzo" ^^. L'ambizioso (ma difficile) scopo degli anime di questo genere è proporre uno spaccato della vita quotidiana dei personaggi, cercando un precario equilibrio fra la voglia di risultare realistici proponendo però un tema di fondo che possa garantire al pubblico un motivo valido per guardare una serie che altrimenti risulterebbe nulla più di un "replay" di una nostra normalissima giornata. Converrete con me nel dire che sarebbe abbastanza noioso, vero? Ecco, qui entra in essere il discorso che facevo sopra: Shizuru e Mizuki non hanno un obiettivo nella storia e vivono le loro giornate nella casa dei nonni in armonia fra di loro, con un gatto che ormai è un membro effettivo del nucleo famigliare e con un nonno che permette loro di apprendere sempre nuove conoscenze sul magico ed invisibile mondo degli spiriti da sempre patrimonio del folklore giapponese. Questo è l'elemento fantasy, molla di irrealtà, che sprona la visione, poiché le sorelline hanno un potere "complementare": Mizuki è fonte di irresistibile attrazione per gli spiriti che non esitano un attimo ad impossessarsi del suo corpo mentre Shizuru riesce a vederli (cosa che Mizuki non è in grado di fare) e parlarci assieme. Inutile dire che il rischio "mostro della settimana" era potentemente in agguato ma i ragazzi di Madhouse non sono certo nati ieri e hanno trasformato un rischio narrativamente devastante in un pregio... anzi, NEL pregio della serie, che vive di una natura fortemente episodica ma sempre in armonia sulle stesse corde narrative, elemento che si crea da solo e quasi magicamente puntata dopo puntata attorno al trio Shizuru-Mizuki-nonno (di cui, curiosamente, non sapremo mai il nome).

Sexy girls? Mi sembra già di vedere molte delle vostre facce un po' perplesse e in preda al dubbio su quanto scritto finora ^^ "Perché è così preso bene, il Mu, se la storia è così dannatamente normale?" è la domanda che credo la maggior parte di voi si starà ponendo in questi minuti. Beh, "perché la storia è meravigliosamente normale" è la miglior risposta che posso fornire ^^ Molto spesso quando si punta tutto sui personaggi si tende... ad esagerare, sia nella caratterizzazione che nel design. Fortunatamente qui si è rimasti ancorati ad una solida struttura di fondo, che non viene inficiata da un design moe o troppo sexy di Shizuru e Mizuki, che non sono nulla più di due studentesse con un particolare potere, di cui nessuno è a conoscenza ma che non impedisce loro di vivere ogni giorno al massimo delle loro possibilità, riuscendo a far diventare "personaggi" anche la maggior parte degli Youkai che compaiono nella serie, benché ognuno di essi duri al massimo una ventina di minuti: se ci pensate, non è cosa da poco. Se poi ci aggiungete episodi veramente commoventi come il 24°... beh, avete semplicemente fra le mani uno dei migliori esponenti del genere.

GIUDIZIO: 91/100

NARRAZIONE: 9/10

PERSONAGGI: 9,5/10

PRODUZIONE: 9/10

AMBIENTAZIONE: 9/10

MOMENTO MIGLIORE: nonostante sia tristissimo, il 24° episodio

MOMENTO PEGGIORE: in generale qualche atteggiamento troppo "da stupidina" di Mizuki, ma niente di sconvolgente ^^

Nessun commento: