Highlights: Makina che sbarella!;
Giudizio: 9,5/10
I primi segnali c'erano già dall'inizio, qui ne abbiamo solo una conferma: questo "Kuro" è totalmente nuovo rispetto ad "Aka". Dalla regia al focus narrativo passando per la crescita psicologica dei personaggi, pur essendo un sequel non c'è quella - per certi aspetti rassicurante - sensazione di déjà vu tipica delle serie che si sviluppano su tante puntate di sostegno. La solidità mentale di Makina, punto cardine di "Aka" è totalmente sparita lasciando spazio ad una Hime insicura, fredda, quasi irritante nella sua totale apatia verso il povero Ouri che si sta facendo in quattro per proteggerla secondo i desideri del defunto fratello.
Mentre Makina ed Ouri si cambiano (nella stessa stanza ^^) indossando la nuova divisa da allenamento, gli alti prelati dell'ordine decidono il destino della giovane Hoshimura, la quale potrà essere nuovamente impiegata in battaglia solo e soltanto se si sottoporrà al rito della purificazione Enkiri, secondo il quale i suoi ricordi di Keisei "si affievoliranno" permettendo così al nuovo legame con Ouri di rinsaldarsi e beneficiare di lui come nuovo Prete Contraente. Dopo che Makina si è già avviata al Santuario per la purificazione, Ouri viene salutato da Aragami Rika e dalla sua Hime, Saki, le quali attenderanno Makina fuori dal luogo della purificazione in attesa del completamento del rito. Altrove, in un tempio, gli Schichisei non se ne stanno certo con le mani in mano ma anzi preparano un piano per il contrattacco: Ena viene nominata come prima attaccante del gruppo, scelta che tutti approvano tranne Akasha il quale suggerisce un approccio più cauto alla Hime, fermamente decisa ad eliminare tutto il gruppo. Le parole di tutti sulla crudeltà fine solo alla bellezza estetica della giovane pittrice rassicurano in parte Akasha, anche se qualche remora sull'esito dello scontro gli rimane: su richiesta dell'uomo che ha già combattutto nella scorsa puntata contro Makina, Akasha dichiara che porterà la Hime allo scoperto usando uno Shikabane che conservava proprio per questo genere di situazioni.
Al santuario, Ouri continua il suo allenamento fisico mentre Makina, Rika e la piccola Saki raggiungono la grotta dove deve avvenire il rito. Prima di lasciarla entrare per l'Enkiri, Rika spiega a Makina che il suo grande potere è in realtà la maledizione per essere stata troppo affezionata al suo Prete Contraente, con il risultato che ora deve "dimenticare" un po' della solidità di quel legame per far si che la nuova alleanza con Ouri dia grandi risultati. Nella profondità della grotta Makina trova un altare dove deve appoggiare la propria mano ed un turbinio di luci inonda la stanza, causando l'apparizione di molti ideogrammi proprio sulla mano usata per attivare la "magia". Ancora indecisa se sia davvero giusto perdere i ricordi di Keisei, Makina viene avvicinata da un'altra sé stessa (probabilmente il fantasma delle sue paure ed incertezze) che le insinua altri dubbi, confondendo ancora di più la Hime e mandandola in tilt. Mentre la Makina cattiva insiste sull'importanza di mantenere i legami con Keisei in favore del nuovo contratto con Ouri, la vera Makina si rende più o meno volontariamente conto che lei non è diventata una Shikabane Hime per combattere gli Schichisei o per ripulire il mondo, ma solo perché odiava sé stessa per com'era prima di morire.
All'uscita della grotta (ormai è sera), Rika e Saki capiscono immediatamente che qualcosa non va in Makina e le intimano di fermarsi, salvo vedersi attaccate pesantemente dalla Hime totalmente fuori controllo che asfalta Saki senza remore e scappa nelle montagne adiacenti il luogo di purificazione. Alle terme, intanto, Takamasa ed Ouri stanno facendo il bagno e il giovane istruttore gli rammenta che i sentimenti che prova per Makina sono sbagliati poiché tende a dimenticare in continuazione la verità dei fatti, ovvero che la Hime è comunque una Shikabane morta da tempo ed una relazione con lei è folle, oltre che impossibile. Nel raccontarlo, vediamo che anche lo stesso Takamasa si è trovato nella stessa situazione con Itsuki, la sua Hime, quindi parla per esperienza e non per sentito dire. Ouri si trova per la prima volta a riflettere su queste parole solo nella vasca quando Makina compare dal nulla e gli intima di non diventare più il suo Prete Contraente, poiché lei ha ancora Keisei.
Attaccato dalla ragazza ed incapace di reagire, Ouri viene salvato all'ultimo secondo da Rika, che ferma Makina con Kousou-ishou, una tecnica Zadan grazie alla quale i nervi del Contraente si estendono fuori dal corpo e bloccano come una solidissima corda i movimenti del nemico. Paralizzata, la Hime non può evitare l'attacco col martello di Saki sul quale la regia glissa per riportare l'attenzione, qualche ora più tardi, su Makina imprigionata e legata ad una colonna in attesa di essere completamente purificata. Raggiunta da una telefonata di un gruppo di monaci in perlustrazione, Takamasa viene avvertito della presenza di un grosso Shikabane nel parcheggio di un grattacielo: riunitosi con la sua Hime e Ouri, il gruppo si dirige sul luogo dello scontro.
Oltre all'ottima evoluzione della storia (direttamente proporzionale all'aumento del fanservice ^^), questo episodio mi è piaciuto soprattutto per un altro aspetto: l'analisi del rapporto fra il Prete Contraente e la Shikabane Hime. Se avessimo avuto in scena solo la coppia Ouri - Makina probabilmente non si sarebbe notato - infatti è un aspetto che in "Aka" non avevo preso in considerazione - ma avendo addirittura altre due coppie in azione non si può non notare come l'accento sia posto diversamente nelle varie relazioni, contribuendo a migliorare la caratterizzazione sia del singolo che dell'impressione generale regalata dal lavoro di squadra. Senza nulla togliere alla vera Hime protagonista, Makina, che è arrivata ad un punto che personalmente non avrei mai immaginato, stante quanto visto in "Aka": ora che ha perso il suo sostegno, è totalmente senza riferimenti e anche l'affetto sincero di Ouri non basta a mantenerla in equilibrio, tant'è che durante la cerimonia dell'Enkiri si trasforma nella versione malvagia di sé stessa arrivando a confondere l'obiettivo di vendicare Keisei con quello di vendicare la morte degli Hoshimura per mano deli Schichisei. Risultato? Non riesce più a distuinguere cosa è meglio per lei: qui dovrebbe entrare in scena Ouri fornendole tutto l'affetto e la protezione necessaria, ma le parole di Takamasa sono state abbastanza eloquenti...