Highlights: 2 serpenti!;
Giudizio: 7,5/10
Puntata sottotono per la serie SHAFT, che se dal lato narrativo procede sorprendentemente bene e chiude senza difficoltà l'arco narrativo del serpente di Sengoku, sotto il profilo tecnico lascia parecchio a desiderare... ed è probabilmente il primo vero appunto negativo sotto quest'aspetto da 10 settimane a questa parte. La regia continua a distinguersi per le inquadrature azzardate e per dei cambi improvvisi che spezzano e movimentano il ritmo ma i continui primi piani sull'occhio di Koyomi, sul cielo illuminato dalla luna e sulle schermate di rottura rosso/nero stancano lo spettatore portandolo quasi alla frustrazione: scene fisse con solo movimento di telecamera su gran parte dei momenti topici fanno sorgere qualche dubbio sulla gestione del budget a disposizione.
Al tempio, Kanbaru e Koyomi preparano la ragazza per l'esorcismo... e il costumino scelto per il rituale esalta e stupisce al tempo stesso il povero ragazzo, combattuto fra due poli opposti. Quando Sengoku inizia a pregare ricorda anche alcune scene d'infanzia passate con il fratello maggiore delle sue due migliori amiche, sempre gentile ed educato nei suoi confronti. Durante il ricordo, l'amuleto di Oshino inizia a funzionare ed i segni del serpente sul corpo della piccola iniziano lentamente a svanire, evaporando nell'aria circostante: osservando felice l'evolversi della "guarigione", Koyomi spiega a Kanbaru che Oshino gli ha detto di non intervenire mai durante il rituale perché attaccare il serpente in quel momento significherebbe venire attaccati con foga dal rettile. Vedendo la ragazza ancora sofferente, Koyomi osserva meglio la situazione e vede che non tutti i segni sono scomparsi... capendo che i serpenti che la stavano torturando sono due e non uno solo! Ciò significa due maledizioni lanciate, una dalla compagna di classe ed una dal ragazzo rifiutato: con le spalle al muro e non più in grado di aiutare l'amica con i poteri magici di Oshino, Koyomi si lancia dove crede di poter trovare il serpente ed inizia a pestarlo forte per farlo staccare dal corpo di Sengoku ma l'animale, come previsto da Oshino, si lancia sul ragazzo forte della sua invisibilità e lo morde su gamba e braccio. A risolvere la situazione ci pensa Kanbaru, che si lancia sul ragazzo e gli ordina di non agitarsi né muoversi velocemente per evitare la rapida diffusione del veleno: immobili nell'erba del tempio, i due ascoltano il rettile allontanarsi dall'area dello scontro. Sengoku è salva e libera dal maleficio.
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