Highlights: è tutto ambientato in una stanza!;
Giudizio: 10/10
Prima o poi doveva capitare, e quel giorno è oggi. "Mōryō no Hako" si aggiudica il primo 10 nelle valutazioni singole di un episodio. L'ho appena scritto, ma non ci credevo molto fino a poco fa e onestamente non pensavo ci sarebbe mai stata la seria possibilità di dare un 10 netto, un po' perché la perfezione non esiste (in teoria) e un po' perché mi piace scovare sempre e comunque qualcosa che non va ^^. Non stavolta. Qui siamo di fronte ad un episodio la cui sceneggiatura e dialoghi sono più vicini ad un libretto teatrale piuttosto che ad un anime, e benché a molti possa far storcere il naso personalmente ammiro il coraggio di Madhouse che dimostra ancora una volta come l'audacia dia spesso risultati sorprendenti. C'è chi sostiene che troppo dialogo in un anime sia solo il maldestro tentativo di risparmiare sul budget: beh, basta vedere la puntata per capire come non ci sia niente di più falso come questa teoria ^^.
Con lo spirito del buon giornalista sempre in agguato, però, Toriguchi si è fatto un giretto nella zona ed ha potuto incontrare e parlare con il direttore dell'Onsen che ha sede proprio di fianco alla villa del maestro. L'uomo spiega che è un amico di vecchia di Hyouei e che da quando si conoscono si è sempre occupato di scatole poiché erede della famiglia Miyadaiku. Finché Chuu-san (il padre) era vivo, l'azienda ha sempre prodotto solo scatole di legno, ma alla sua morte nel 1933 Hyouei comprese che con la guerra alle porte c'era bisogno di lavorare anche sul metallo, cosa che portò a contratti coi militari e ad incassi molto maggiori. Ma paradossalmente, la legge sul sequestro dei metalli tranciò di netto l'attività dell'azienda, e Hyouei divenne "posseduto dallo spirito delle scatole", per usare le stesse parole del direttore dell'Onsen. Benché sposato e con un figlio, pare che questi l'abbiano abbandonato a sé stesso a seguito della pazzia e Toriguchi non ha trovato informazioni su di loro. La fine dell'episodio è molto interessante, poiché è l'ultima parte del racconto del direttore a Toriguchi. Due anni prima, pulendo l'attico delle terme assieme a Hyouei, i 2 trovarono un vaso contenente una lettera, che Hyouei riconobbe immediatamente come scritta di pugno da sua nonna. Inizialmente non la vollero aprire ma il direttore pensò che potesse trattarsi di qualche sorta di eredità e allora decise di restituirla all'amico. Decisi ad aprirla assieme, i 2 trovarono solo un foglio con scritto "Mōryō" (spirito) in kanji. Ovviamente, Akihito lo sapeva già prima che Toriguchi lo dicesse, cosa che fa ancora una volta trasalire i ragazzi.
Episodi così belli ed intensi, in cui i personaggi vivono la storia oltre che essere semplici attori della stessa non credo di averne mai apprezzati. A memoria posso ricordare solo qualcosa da "Seirei no Moribito", tipo quando Balsa si fa riparare la lancia oppure le puntate alla Caverna del Cacciatore ma anche lì è un dialogo diverso, infarcito da flashback molto più lunghi ed in generale strutturato semplicemente in un altro modo. Qui siamo di fronte a qualcosa di diverso, che trascende il voler essere dimostrazione di tradizione giapponese unita a misticismo di quart'ordine messo lì per fare un po' di colore, questa serie richiede una buona conoscenza di un certo tipo di background tradizionalistico e culturale oltre che linguistico per poter comprendere al meglio la complicata sequenza degli eventi. Lo stesso ruolo di Akihito è complesso e affascinante, per questo mi sono sentito in dovere di fornirvi tutto il supporto necessario per poter apprezzare appieno le meraviglie di questa fantastica seria le cui release sono (purtroppo) molto random ma sempre sorprendenti. Forza con i commenti, gente!
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